Risurrezione nella vita di tutti i giorni

di Mons. Luigi Martella

Ancora una volta si schiude per noi l’alba del primo giorno, si apre una nuova stagione, si inaugura un tempo nuovo, gravido di vita e di speranza.

La lieta notizia del giorno di Pasqua giunge a colmare i nostri vuoti, a sconfiggere le nostre paure, a far scomparire le nostre incertezze, i nostri dubbi e le nostre ansie. La forza inaudita del Risorto apre il varco ad una novità sconvolgente e inedita; la creazione vive la sua svolta decisiva, la storia entra nella pienezza di senso.

Con il mattino di Pasqua infatti non inizia solo un giorno nuovo, diverso da quello di ieri, ma si inaugura il giorno nuovo, quello cioè che anticipa il compimento dei ‘cieli nuovi e della terra nuova’. Si tratta di una radicale e affascinante realtà dalla quale dobbiamo lasciarci investire, permeare, trasformare. Questa è la vera, unica e grande certezza che ci accompagna: Gesù Nazareno non è più nel sepolcro, il Crocifisso è Risorto, egli è ora il Vivente, continuamente presente nella storia degli uomini.

Avvertiamo, allora, di non poter restare indifferenti, che la nostra esistenza non può non incrociare il Risorto e che la straordinarietà del giorno di Pasqua non può non essere trasferita nel nostro ordinario. La novità della Pasqua esige pertanto anche la nostra novità, chiede di essere persone nuove perché ri-create dallo straripante amore di Dio. Nessuno deve ritenere se stesso o qualche altro fuori da questo evento salvifico unico e illimitato, perché l’amore di Dio è senza barriere e confini.

La risurrezione di Gesù, cari fratelli, non può essere una parola vuota, ma un fatto, che noi siamo chiamati ad incarnare nella vita di tutti i giorni, impegnandoci per la giustizia sociale, la legalità, la solidarietà, la tolleranza, l’amore; sono forse aspetti cui ci stiamo disaffezionando. Il nostro essere risorti con Cristo deve riscoprirli e ri-testimoniarli nella nostra esistenza.

Possiamo anche noi diventare veicoli di risurrezione per tanti fratelli che sono nella morsa dura della sofferenza, della povertà, dell’incertezza di un futuro avaro di prospettive rassicuranti.  Vogliamo perciò sperare che la grazia del Risorto spinga ciascuno di noi a liberare le energie migliori, orientandole verso il bene personale e sociale.

A tutti indistintamente, soprattutto a chi soffre nel corpo e nello spirito, i miei affettuosi auguri di una serena e santa Pasqua.