Meeting diocesano dei catechisti

Sabato 20 maggio 2017

ll prossimo 20 maggio, alle ore 16 presso la Madonna della Pace, vivremo come comunità diocesana un primo laboratorio che vedrà tutti gli operatori della catechesi fermarsi a riflettere sulla scelta che ci vede impegnati a diventare sempre più compagni di strada dei nostri adolescenti: posticipare la celebrazione del Sacramento della Confermazione durante l’ultimo anno delle scuole medie.
Interverranno il Vescovo Domenico e la dott.ssa Rossella Vendola, psicologa.
 
Accompagnati, cristiani si diventa
Le modalità per essere cristiani e far parte della Chiesa lungo i secoli risultano assai differenti: Cristiani non si nasce, si diventa, diceva Tertulliano agli inizi del II secolo. La riflessione degli ultimi decenni si è concentrata proprio su questo aspetto: non si diventa cristiani oggi attraverso la socializzazione spontanea se non in misura notevolmente ridotta. Probabilmente – ce ne accorgiamo nelle nostre comunità parrocchiali – occorre un’opera formativa e una decisione personale simile a quella del catecumenato antico: un itinerario di formazione più sistematico per le nuove generazioni. 
La scelta di posticipare la celebrazione del Sacramento della Confermazione durante la frequenza dell’ultimo anno della scuola media inferiore significa pertanto rispettare, negli itinerari dell’annuncio del Vangelo, quel processo pratico-esperienziale finalizzato ad acquisire un grado maggiore di consapevolezza che “cristiani si diventa” giorno per giorno, nelle scelte concrete della vita, a cominciare dalla scelta della scuola superiore che, per ogni ragazzo/a, rappresenta la prima e vera risposta alla domanda “che voglio fare della mia vita”, piuttosto che soffermarsi superficialmente a domandarsi “che cosa fare nella vita”. 
L’Iniziazione Cristiana, in quanto realtà formativa, non è estranea a queste dinamiche di vita. Infatti il dono del mistero pasquale e la novità di vita non avvengono magicamente. Il rito (sacramento) e la vita non sono in opposizione. Il cammino di formazione ha sempre bisogno di un processo educativo che parli nella vita e alla vita. 
L’ultimo documento della CEI: Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia (IG), pubblicato nel 2014, pone l’evangelizzazione come orizzonte e processo, e disegna «non comunità in ansia per il numero dei partecipanti, ma una comunità impegnata a suscitare vite cristiane, uomini e donne capaci di assumere la fede come unico orizzonte di senso» (IG, 19). I Vescovi, poi, sottolineano come «la conversione missionaria dell’azione ecclesiale esige che si riporti al centro il primo annuncio della fede» (IG, 33).
Il prossimo 20 maggio, vivremo come comunità diocesana un primo laboratorio che vedrà tutti gli operatori della catechesi fermarsi a riflettere su questa scelta che ci vede impegnati a diventare sempre più compagni di strada dei nostri adolescenti. Così la cresima, che è uno sviluppo, compimento e perfezionamento del Battesimo, viene collocata in un momento della vita umana in cui cresce la consapevolezza del cammino da fare. Questo sia nei ragazzi che in noi educatori.
Nicolò Tempesta