«Nel 2013 l’Assemblea Generale, con la Risoluzione A/RES/68/192, ha proclamato il 30 luglio la Giornata mondiale contro la tratta di persone. Lo scopo è quello di sensibilizzare la comunità internazionale sulla situazione delle vittime e promuovere la difesa dei loro diritti.
Ogni anno milioni di persone in tutto il mondo finiscono nelle mani dei trafficanti, vengono schiavizzate e private dei loro diritti fondamentali. Tale forma di “moderna schiavitù” è conseguenza di componenti socio-economiche, quali povertà, violenza familiare, emarginazione e mancanza di istruzione. Ma non solo, conflitti, crisi umanitarie e condizioni climatiche avverse obbligano le persone ad abbandonare i loro luoghi di origine per poter sopravvivere. Tra questi, donne e bambini che rappresentano il segmento della popolazione più esposto a pratiche di sfruttamento».
“Qualsiasi forma di prostituzione è una riduzione in schiavitù, un atto criminale, un vizio schifoso che confonde il fare l’amore con lo sfogare i propri istinti torturando una donna inerme. È una ferita alla coscienza collettiva, una deviazione all’immaginario corrente”. Lo scrive Papa Francesco nella prefazione del libro “Donne Crocifisse”, pubblicata su In Terris (www.interris.it). “Una persona non può mai essere messa in vendita – aggiunge il Papa -. Per questo sono felice di poter far conoscere l’opera preziosa e coraggiosa di soccorso e riabilitazione che l’autore di questo libro, don Aldo Buonaiuto, svolge da tanti anni, seguendo il carisma di don Oreste Benzi. Ciò comporta anche la disponibilità ad esporsi ai pericoli e alle ritorsioni della criminalità che di queste ragazze ha fatto un’inesauribile fonte di guadagni illeciti e vergognosi”. Papa Francesco racconta la visita fatta in uno dei Venerdì della misericordia durante il Giubileo in una casa di accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII. “Non pensavo che lì dentro avrei trovato donne così umiliate, affrante, provate. Realmente donne crocifisse – scrive Francesco -. Nella stanza in cui ho incontrato le ragazze liberate dalla tratta della prostituzione coatta, ho respirato il dolore, l’ingiustizia e l’effetto della sopraffazione”. “È patologica la mentalità per cui una donna vada sfruttata come se fosse una merce da usare e poi gettare – prosegue il Papa -. È una malattia dell’umanità, un modo sbagliato di pensare della società. Liberare queste povere schiave è un gesto di misericordia e un dovere per tutti gli uomini di buona volontà. Il loro grido di dolore non può lasciare indifferenti né i singoli individui né le istituzioni. Nessuno deve voltarsi dall’altra parte o lavarsi le mani del sangue innocente che viene versato sulle strade del mondo”. Nel libro, don Aldo Buonaiuto racconta la sua attività di prete di strada, che va in soccorso delle donne vittime della tratta e lancia un appello per una moratoria internazionale che ponga fine a questa forma di schiavitù. “Le vittime della prostituzione coatta – spiega – sono le moderne schiave e finché non saranno liberate non potrà essere dichiarata la concreta, effettiva abolizione della schiavitù. Siamo stati creati per una atto di gratuita bontà divina e dobbiamo mantenere la nostra integrità al di fuori del ‘mercato’, del mercimonio, del tornaconto senza scrupoli. L’esistenza umana non ha prezzo e quindi anche vendere il corpo non potrà mai essere considerato un lavoro”.
Il nostro settimanale ha sviluppato un’inchiesta, a gennaio 2018, sulla tratta per lo sfruttamento della prostituzione. Tre paginoni, nelle prime tre domeniche di gennaio, per sensibilizzare su una questione di cui sono complici tutti coloro che, ragazzi e adulti, forse ignari, contribuiscono a schiavizzare soprattutto le ragazze nigeriane molto presenti sulle strade del nostro territorio. Con la collaborazione delle operatrici di Oasi 2, abbiamo messo in rilievo le storie di vita, i dati quantitativi del fenomeno, le tipologie di “utenti” e le opportunità di liberazione messe in atto dall’Unità di Strada; il viaggio che compiono dalla Nigeria all’Europa, passando dalla Libia, e le violenze che subiscono; la legge in vigore. Abbiamo anche indicato link a documentari, film e libri che offrono ulteriori spunti di riflessione.
Abbiamo pensato di affidare alla poesia il tentativo di interpretare i sentimenti delle “nostre sorelle”, schiave sulle nostre strade.
Il testo di Gianni A. Palumbo, declamato in video da Tania Adesso. Quasi una delicata carezza per dir loro che siamo dalla loro parte, mai più complici della loro schiavitù.