Un anno ricco di eventi

di Domenico Amato

L’anno pastorale che si conclude, o meglio che prosegue con i ritmi e gli appuntamenti estivi, è stato ricco di eventi che hanno contribuito a portare a compimento il progetto pastorale del decennio appena trascorso e a porre le basi per rilanciare l’azione pastorale per i prossimi anni.

In primo luogo bisogna ricordare la conclusione del progetto di pastorale giovanile che ha accompagnato la vita della Diocesi negli anni precedenti. A volte ci prende un po’ di scoraggiamento perchè non intravediamo risultati eclatanti. Chi pensava di risolvere tutte le problematiche che il mondo giovanile poneva e pone, certo che rimarrà deluso. Ma chi, invece, è capace di guardare con occhio sereno all’impegno profuso, alle relazioni allacciate, all’accompagnamento di tanti giovani che in questi anni hanno fatto le scelte fondamentali della propria vita, allora si renderà conto che non  sono i parametri sociologici che possono farci capire il successo o l’insuccesso della nostra azione pastorale, ma quelli della fede che possono aprirci alla consapevolezza che siamo collaboratori di Dio  che si prende cura del suo popolo.

Non possiamo dimenticare come quest’anno ha visto un assiduo impegno laicale, a partire dal cammino assembleare dell’Azione Cattolica fino al rinnovo della cariche parrocchiali e diocesane. Questo, tra l’altro, è stato l’anno della celebrazione del Convegno Regionale che aveva a tema proprio i laici quali protagonisti corresponsabili della vita ecclesiale. è in questa prospettiva che deve essere letto il lavoro del Consiglio Pastorale Diocesano che si è soffermato a riflettere sugli Orientamenti CEI del prossimo decennio e che ha preparato i laboratori per la progettazione pastorale del prossimo quinquennio.

Il decennale di Ordinazione Episcopale del Vescovo, poi, non è stato un mero evento celebrativo, ma una riflessione corale sulla missione pastorale che Mons. Martella ha vissuto a favore del popolo cristiano in questi anni.

La Chiesa locale, infine, non è rimasta chiusa in se stessa, ma ha interagito, durante quest’anno con gli eventi più grandi che l’Italia sta vivendo. In primo luogo la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, nella consapevolezza che come cattolici di questo Paese siamo stati e siamo protagonisti. E, poi, misurandoci con le tragedie che attraversano il nostro tempo, prima fra tutte quella dei profughi che sono stati accolti nella ‘Casa di accoglienza don Tonino Bello’. Servizio che deve vedere coinvolte sempre più persone disposte a offrire generosamente parte del proprio tempo, a servizio della Chiesa e dei poveri.