La memoria non è nostalgia

di Paolo Bustaffa

‘Non si cambia la politica con i convegni’: l’affermazione, nel corso del seminario di Todi, riassume sobriamente e realisticamente la volontà di dare significato e peso alla presenza dei cattolici in politica nel nostro Paese attraverso un movimento di pensiero e impegno. Senza nostalgie e con l’intelligenza di chi attraversa il tempo della crisi non con le ragioni del pessimismo ma con quelle del realismo della speranza.

Un primo dato da cogliere in questo seminario è la volontà di lavorare insieme e questo è possibile solo nel momento in cui la fatica e il pensiero dell’uno sono stimati dall’altro. Si tratta di pensare e condividere un progetto e un impegno comuni che sono all’opposto di un progetto e un impegno unici.

Non si cancellano, infatti, le differenze e le diversità ma, evitando dispersione e insignificanza, le si valorizzano con genialità e competenza perché definiscano con chiarezza un obiettivo condiviso e s’impegnino a renderlo visibile alla gente per raggiungerlo insieme.

E questo primo appuntamento ha anche offerto segnali precisi che, smentendo il messaggio mediatico di un nuovo partito dei cattolici, indicano un percorso creativo.

Si tratta di costruire un soggetto visibile che partendo dai valori non negoziabili, si ponga come interlocutore qualificato ed efficace con le istanze più propriamente politiche.

Un soggetto animato dal desiderio di dialogo perché consapevole che la verità ama la comunicazione.

È il primo passo, occorrerà compierne un altro.

Si tratta di sentirsi in una stagione di primizie, cioè di idee e di scelte, che è annuncio di un’altra stagione politica nella storia del nostro Paese.

Occorre, però, fare i conti con la cultura e la società di oggi e con le domande della gente. Domande che bisogna ascoltare e capire per dare le risposte attese e non le risposte pensate solo da alcuni.

In secondo luogo, occorre trovare un linguaggio adeguato perché il messaggio possa risvegliare la coscienza, riesca a fermentare l’opinione pubblica, aiutandola a cercare e trovare le ragioni ultime del vivere e del condividere.

Solo così si potrà pensare e agire politicamente con lealtà e trasparenza per non aggiungere delusioni ad altre delusioni.

C’è una traccia che dal 17 ottobre, viene da Todi, una traccia che può essere calpestata e, quindi, cancellata oppure può rimanere visibile a chi è in ricerca di verità lungo i sentieri del nostro paesaggio culturale e politico.

E sarebbe un imperdonabile errore se, in questa avventura, non fossero presenti i giovani con le loro responsabilità e le loro capacità.

Non si può pensare e costruire un futuro per loro ma si deve pensare e costruire un futuro con loro.

Occorre renderli protagonisti di una storia in cui la memoria e i padri non devono essere palle al piede ma ali per volare.

Occorre lavorare con loro perche l’imprescindibile discorso sui valori non negoziabili diventi cultura e prassi politica per costruire con altri la Città. Questa è la sfida che oggi interroga il laicato cattolico nelle sue diverse sensibilità, competenze ed età.

Camminando s’apre cammino, senza dimenticare il territorio che ancora oggi rimane un luogo imprescindibile per una politica che con le sue regole e i suoi linguaggi sia, in un percorso di democrazia reale, un atto di amore alla città dove abitano credenti e non credenti.