Dichiarati Inammissibili tutti gli emendamenti, riguardanti gli insegnanti di religione cattolica e il loro concorso, che erano stati presentati da diverse parti politiche al DL Sostegni-bis.
Le organizzazioni sindacali firmatarie del Patto per la scuola si sono riunite nella mattina di giovedì 17 giugno 2021 per concordare un’azione comune e chiedere congiuntamente una risposta concreta alle istanze degli oltre 15000 docenti di religione cattolica precari (ci sono insegnanti con oltre 20 anni di servizio e con ruoli di collaborazione e coordinamento didattico e organizzativo nella scuola, ma non ancora di ruolo).
Presenti i rappresentanti sindacali per gli insegnanti di religione cattolica delle sigle sindacali FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS CONFSAL e ANIEF. Intensa anche la battaglia condotta dallo Snadir, che settimanalmente sta presidiando il Ministero dell’Istruzione cercando di interloquire con i funzionario e il ministro stesso e che giovedì 24 giugno ha indetto una manifestazione dinanzi al Ministero con centinaia di docenti provenienti da tutta Italia. Le richieste comuni riguardano:
– Riscrivere i commi 1 e 2 dell’art.1bis della legge 159/2019, incapaci di risolvere in maniera strutturale e definitiva il problema del precariato degli insegnanti di religione, in modo che i meccanismi di assunzione in ruolo previsti per i docenti di religione rispecchino quelli già adottati per tutto il personale precario abilitato della scuola, senza distinzioni e discriminazioni.
– Riservare l’art.1 bis esclusivamente a coloro che hanno speso almeno 36 mesi di servizio nell’insegnamento della religione, predisponendo per essi una procedura straordinaria.
– Aumentare la quota di posti dal 70% al 90% nell’organico di diritto in un triennio per risolvere la palese discriminazione operata nei confronti dei docenti di religione. A tal proposito, Orazio Ruscica, segretario Snadir ha sottolineato come tale incremento permetterebbe l’immissione in ruolo di tale personale ad invarianza di spesa dal momento che gli incaricati annuali di religione (che coprono al momento il 30% dei posti disponibili) al quinto anno di insegnamento, hanno comunque diritto alla progressione economica di carriera come per il personale a tempo indeterminato (DPR 399/88).
– Predisporre delle graduatorie per titoli e servizi per coloro che saranno incaricati annuali al primo settembre 2021 e da questa attingere per la nomina a tempo indeterminato per coloro che hanno 36 mesi di servizio e far svolgere l’anno di prova così come previsto per i docenti delle altre discipline (art.59 DL 73/2021).
– Permettere con lo scorrimento della graduatoria di merito 2004 di raggiungere il suo completo esaurimento nel prossimo anno scolastico.
Manuela Pascarella della FLC CGIL sottolinea: “Bisogna riconoscere un percorso di stabilizzazione per i docenti precari di religione cattolica, in analogia con gli altri colleghi. Parliamo di insegnanti che in alcuni casi sono in graduatoria dal concorso 2004, o che comunque hanno anche molto più di tre anni di servizio. Serve una procedura ad hoc, con una quota di posti loro dedicata.”
Per Ivana Barbacci della CISL scuola, anche il reclutamento dei docenti precari di Religione Cattolica deve diventare una priorità per il Parlamento, a partire dalla stabilizzazione progressiva dei quasi 15.000 incaricati annuali che svolgono servizio d’insegnamento anche da più di 10 anni.
L’intervento normativo è considerato essenziale per dare dignità alla categoria e nello stesso tempo certezza di progettualità alle scuole. “Ci aspettiamo – precisa Barbacci – un segnale politico concreto dopo più di 17 anni dall’ultimo concorso.”
Giuseppe Favilla della UIL Scuola RUA prosegue chiarendo che la natura delle procedure straordinarie richieste debba essere non selettiva e che non vi siano ragioni per rimandare oltre, essendo l’immissione in ruolo dei docenti di religione cattolica, a costo zero per lo Stato. Favilla insiste sull’importanza della formazione di una graduatoria a scorrimento fino a totale svuotamento per evitare il ricrearsi di situazioni in futuro analoghe a quella attuale e, in proposito, ricorda l’assoluta priorità da conferire al totale scorrimento della graduatoria del concorso del 2004.
Giuseppe Antinolfi Snals Confsal spiega che la situazione degli insegnanti precari di Religione Cattolica è delicata e al tempo stesso complessa e che come tale va trattata e affrontata. La problematica riguarda migliaia di docenti, con relative famiglie, e non può assolutamente essere ignorata. Ci aspettiamo – dichiara Antinolfi – un impegno serio e costruttivo da parte di tutte le forze politiche e da tutti gli organi istituzionali.”
Alessandro Manfridi di Anief, conclude ricordando che se in Italia un insegnante su tre vive in regime di precariato, la statistica sulla categoria degli insegnanti di religione presenta una situazione di un docente su due, con colleghi in servizio anche da vent’anni e mai stabilizzati.
“Anief – ribadisce Manfridi – chiede che gli idr con 36 mesi di servizio possano essere immessi in ruolo con vari percorsi riservati, come avvenuto per i colleghi di altre classi di concorso”.
L’azione sindacale condivisa delle OO.SS. porterà alla calendarizzazione di iniziative di mobilitazione finché l’Amministrazione dia una risposta adeguata a migliaia di docenti di religione cattolica. Il manifesto unitario rappresenta un primo momento di protesta condiviso da parte delle OO.SS. ad esso ne seguiranno ancora altri affinché non venga meno l’attenzione oppure cali il silenzio sulla condizione dei docenti di religione cattolica incaricati annuali.
A cura di L.S.