Seminario, luogo e segno di speranza

di Mons. Luigi Martella

Il Seminario è sempre, per una Diocesi, luogo e segno di speranza. Per questo, ogni anno, appositamente, si celebra una Giornata. è un modo per richiamare l’attenzione dell’intera comunità cristiana verso questa istituzione che ospita e prepara i futuri pastori al ministero sacerdotale. Quest’anno, però, la nostra attenzione si fa più viva nella prospettiva dell’Anno sacerdotale, voluto da Benedetto XVI, per il compiersi del 150° anniversario della morte di san Giovanni Maria Vianney, meglio noto come il Santo Curato d’Ars. Il Papa esorta a pregare, ad offrire azioni di carità e sacrifici per la santificazione dei nostri sacerdoti e per una nuova fioritura di vocazioni.

Grazie a Dio, nel nostro Seminario, non sono pochi i giovani che vivono le varie fasi della loro formazione, ma occorre non desistere di pregare il “Signore della messe” (cf Mt 9, 38), perché continui a mandare operai nel suo vasto campo.

Il campo è del Signore, ma noi dobbiamo dissodarlo. Insieme alla preghiera, pertanto, nelle famiglie, nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni, nei gruppi di ispirazione cristiana, è necessario un clima educativo, adatto a suscitare in numerosi giovani il desiderio di conformarsi a Gesù Cristo, Unico e Sommo Sacerdote, grazie alla potente opera dello Spirito Santo.

Nessuno di noi può rassegnarsi a pensare che il nostro mondo e il nostro tempo siano diventati avari di ragazzi e giovani capaci di percepire la chiamata del Signore, fino al punto da dedicarsi con amore unico, casto, irrevocabile alla causa del Regno di Dio. Senza dimenticare, naturalmente, che molto conta, a riguardo, la testimonianza e l’esempio di sacerdoti amanti ed entusiasti del loro ministero.

“Prete, perché no?”. è la domanda/risposta che è scattata nell’animo di tanti giovani nell’arco di secoli di storia del cristianesimo; è l’espressione di una interiore determinazione ad accogliere la chiamata a svuotarsi di sé, a fare spazio a Dio per servire i fratelli, pur nella consapevolezza di un’impresa tutt’altro che semplice.

Quando il giovane Giovanni Maria Vianney cominciò a pensare di divenire sacerdote, dovette superare difficoltà di ogni genere: era in atto lo scombussolamento indotto dalla rivoluzione francese; era un’impresa ardua trovare un Seminario che fosse organizzato in modo apprezzabile; la famiglia versava in modeste condizioni economiche; le sue attitudini allo studio non erano certamente esaltanti, ma egli ha lasciato che la grazia di Dio lavorasse nel proprio cuore, in una misura davvero sorprendente e imprevedibile.

Con l’auspicio, perciò, che il sostegno spirituale, morale ed anche materiale per il Seminario, da parte di tutta la Chiesa diocesana, sia premura non solo di questa Giornata, ma di sempre, porgo a tutti voi, cari fedeli, il mio affettuoso saluto e la mia paterna benedizione.

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