Luce e Vita - Attualità

Sport ed elogio dell’antifragilità

Editoriale del 13 agosto 2021

tamberi

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Possiamo dirlo: il 2021 è l’anno d’oro dello sport italiano!

Qualche settimana fa i Campionati Europei ci hanno fatto sognare nelle notti magiche di luglio, poi le Olimpiadi di Tokyo ci hanno regalato pomeriggi dorati mai visti prima.

Tutta questa bellezza porta a chiedersi: quando tra qualche giorno giungerà quel momento in cui, come alla fine di una festa, le luci dei riflettori si spegneranno e la musica si abbasserà, cosa rimarrà dell’entusiasmo generato da queste storiche imprese? Solo qualche fragile ricordo nella memoria dei più appassionati?
O forse lo sport ha in sè un messaggio altro, che può aiutare l’uomo e la società a tendere verso l’alto?

Agli occhi dei più superficiali, persone che corrono dietro un pallone o che eseguono degli esercizi fisici non avrebbero nulla da insegnare. Tuttavia, se si guarda più a fondo il cammino di preparazione e la performance degli atleti, lo sport è in grado di trasmettere molteplici messaggi.
Mai come questa volta, le imprese atletiche che hanno fatto e continuano a far gioire gli Italiani in questa estate, ci hanno insegnato, attraverso i loro interpreti, la bellezza di riconoscersi fragili per essere antifragili.
Ma cosa significa essere antifragile?

Il principio di Antifragilità è stato definito da Nassim Nicholas Taleb in Il Cigno Nero come la capacità di alcuni sistemi di subire gli eventi traumatici, farli propri e utilizzarli per migliorarsi. È una capacità fondamentale che, negli ultimi anni, è stata presa in considerazione dagli esperti di diversi settori poiché ritenuta utile a fronteggiare le complessità di una società in continua evoluzione.

Il goal subito dalla Nazionale a tre minuti dall’inizio della gara, l’infortunio di Gianmarco Tamberi al tendine d’Achille, l’abbandono paterno vissuto da Marcell Jacobs, la mancata qualificazione di Filippo Tortu alla finale dei 100 m… sono esempi di eventi traumatici ai quali è seguita una risposta antifragile che, con fatica, ha portato alla vittoria.
Tuttavia, l’esempio più lampante di questa capacità lo avremo a partire dal 24 Agosto, quando atleti paralimpici come il nostro Luca Mazzone, scenderanno in campo dando prova di cosa significhi essere antifragili.

Quando il 5 Settembre vedremo chiudersi anche i XVI Giochi Paralimpici, ricordiamoci che la fragilità non è un peso, ma l’occasione di essere la versione migliori di noi stessi.

Salvatore Sparapano
PT, Scienze e tecniche dello Sport