Da troppo tempo i cittadini di Molfetta stanno osservando, subendo, denunciando fenomeni di delinquenza e guerriglia urbana, ma, come una coltre, il silenzio sembra coprire il tutto. Quali altri episodi bisogna attendere?
L’ultima denuncia è pervenuta nella notte tra il 14 e 15 dicembre da un cittadino che ha pubblicato un video sul proprio profilo social, mostrando in vico II sant’Alfonso un incendio appiccato in un locale interrato di proprietà comunale adibito ormai a discarica (ignoti hanno aperto tempo fa un pertugio nella muratura che ne chiudeva l’accesso per gettarvi all’interno rifiuti di vario genere, ndr). C’è da aggiungere che, proprio nei pressi, in vico I Sant’Alfonso, vi è un altro locale comunale che riporta la targa: “Bene confiscato alla mafia” e che non è mai stato riassegnato, come invece previsto dalla legge 646/1982 Rognoni – La Torre.
Alla luce della recente suddetta denuncia, non occorre attendere altri episodi per poter dire che la città “brucia” e che interventi concreti e fattibili debbano essere attuati dall’Amministrazione, che in primis ha la responsabilità dell’ordine pubblico, e dalle Istituzioni locali.
Il presidio Libera “G.Carnicella” di Molfetta si rende perciò disponibile a farsi da promotore di iniziative non solo di denuncia ma anche di recupero di determinate zone della città e sollecita le Istituzioni tutte ad attivarsi in tal senso, garantendo il proprio supporto alla attuazione e al monitoraggio delle iniziative stesse. Un primo passo sarà certamente l’attesa nomina, durante il prossimo Consiglio Comunale del 21 dicembre, di due consiglieri comunali che saranno parte del “Comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”.
Presidio Libera Molfetta