Oltre i buoni propositi

di Francesco Bonini

Sembra che la lievitazione progressiva della litigiosìtà politica fino al metodo dell’insulto sistematico e dell’odio personale e violento, abbia raggiunto finalmente una qualche svolta di civiltà” ha detto il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, al Te Deum di fine anno. Il cardinale ha rilanciato i “ripetuti appelli per quel confronto rispettoso e non ideologico che deve caratterizzare la vita politica di ogni società veramente democratica”. Come già in altre occasioni è stato molto esplicito nell’interpretare il senso di smarrimento collettivo che serpeggia, anche per gli effetti della crisi economica: “La fiducia ne risente e la coesione sociale ne resta intaccata, quella coesione che se è sempre doverosa, tanto più è necessaria nei momenti di difficoltà”. D’altro canto il card. Bagnasco non ha mancato di sottolineare come “la gente non s’arrende: vuole uscire da questa contingenza non come prima, ma meglio di ieri, più saggia e più determinata nel perseguire le cose e i valori che contano”. Questo è forse il punto ed il pungolo, anche per le forze politiche. Non molto dissimile la posizione espressa dal presidente della Repubblica in un messaggio di fine anno apprezzato in modo pressoché unanime, in cui esortava tutti a prendere sul serio le possibilità che si aprono con il nuovo anno, sul terreno istituzionale, come su quello economico-sociale.

Mancano pochi giorni alla definizione delle candidature per le elezioni regionali, ormai imminenti. Le difficoltà che gli schieramenti denotano nelle proposte sono un segno eloquente. D’altra parte le cronache degli ultimi mesi hanno dimostrato che il gioco al rialzo delle polemiche e del conflitto non porta da nessuna parte. Per chi non punta a modeste e marginali rendite elettorali le polemiche non servono. Occorre invece guardare un po’ più avanti degli interessi a corto raggio.

D’altro canto non servono deprecazioni e predicazioni: occorre mostrare concretamente che portano più voti programmi, progetti e realizzazioni concrete che non la declamazione retorica o la sterile contrapposizione amico-nemico.

Per fare la giustizia, ammonisce costantemente il Papa, occorrono i giusti. Così per un dibattito politico di qualità occorre aumentare la qualità complessiva di tutti gli attori e il tono.

Abbiamo letto in questi giorni che i buoni propositi per il nuovo anno non servono: questo può essere, più che un buon proposito, un impegno collettivo, in particolare da parte dell’opinione pubblica: battersi per la qualità, esigere, da tutti, e prima di tutto dalla politica, una qualità adeguata. Sanzionando tutti coloro che tentano o tendono a speculare al ribasso.