Una comunicazione integrata

di Domenico Amato

Domenica si celebra la 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, e nella stessa circostanza, anche la Giornata del settimanale diocesano «Luce e Vita».

Quest’anno tale circostanza ha visto la Chiesa italiana impegnata in una serrata riflessione sulla comunicazione digitale. Appena una quindicina di giorni fa a Roma si è tenuto un grande convegno dal titolo «Testimoni digitali», di cui si dà notizia nelle pagine interne del settimanale, ma già precedentemente c’era stato una altro convegno a gennaio sul tema «Chiesa in rete 2.0».

Se finora capitava di entrare nella rete telematica, o questo luogo era appannaggio solo di qualcuno più esperto. Ora è maturata la consapevolezza di volerci stare in rete come Chiesa. «La differenza che intercorre tra “stare” e “capitare” è la stessa differenza tra la scelta e il caso, tra l’attività e la passività, tra il soggetto e l’oggetto». È questa la consapevolezza espressa da Mons. Domenico Pompili direttore dell’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni Sociali. È questa anche la scelta comunicativa che come Diocesi stiamo attuando ormai da diverso tempo. Una comunicazione integrata tra la carta stampata e il web. Sia l’una che l’altra, però, rimangono sempre e solo dei mezzi che possono aiutare, e di fatto aiutano, la pastorale della chiesa locale, ma mai possono sostituirsi ad essa.

La comunicazione mette in circolo esperienze, idee, proposte, lancia messaggi, crea opinione, si confronta con la cultura del nostro tempo e del nostro territorio, ma è l’incontro vivo tra le persone che sta all’origine della comunicazione e sta come esito finale di questa. Ciò significa che un sito aiuta, ma non sostituisce, esso rimane un mezzo e non il fine della vita di una comunità.

Attraverso il sito diocesano si è realizzata una comunicazione agile e veloce. Ci si collega al sito per avere notizie immediate. La sua caratteristica è l’immediatezza e la stringatezza della notizia. Il settimanale, invece, rimane il luogo della riflessione e dell’approfondimento.

Lo sforzo della Diocesi su questo versante si è fatto sempre più impegnativo per soddisfare la necessità di una comunicazione efficace. E questo nonostante i recenti azzeramenti, da parte del Governo, degli incentivi per la spedizione in abbonamento postale che hanno portato le tariffe a quadruplicare, con un aggravio di spese che pesano sulle grame finanze con cui da sempre facciamo i conti. Nonostante tutto solo almeno 5 anni che abbiamo i prezzi bloccati, sia per le copie parrocchiali, sia per gli abbonamenti.

Celebrare la Giornata del Settimanale significa prendere coscienza di questa ricchezza che la chiesa locale ha ereditato e che la comunità deve sentire proprio. Esso non è un intruso o un soprappeso.

E la gente va educata alla lettura, perché se è vero che il cristiano deve avere da una mano la Bibbia e dall’altra il giornale, forse è bene che prima di tutto sia aggiornato sulla vita della chiesa locale e sulle scelte che orientano la Diocesi.