Xylella. Conferenza a Giovinazzo

di Vincenzo Camporeale

Tra pochi anni la nostra bella Puglia potremmo non riconoscerla più. É una storia dolorosa, forse troppo, ma con cui dobbiamo fare i conti. Adesso, prima che sia troppo tardi!

C’è una grave epidemia in giro, la Xylella, che sta colpendo e uccidendo i nostri ulivi. É partita dal Salento e inesorabilmente sta risalendo la Puglia. La zona infetta comprende ormai le intere province di Lecce e Brindisi e buona parte di quella di Taranto. E ora anche un comune di quella di Bari, Locorotondo.

L’Osservatorio per la Legalità e per la difesa del Bene Comune di Giovinazzo, preoccupato per la incombente minaccia sui nostri oliveti, sull’economia e il paesaggio del nostro territorio, ha organizzato giovedì 12 luglio, presso l’auditorium “don Tonino Bello” della parrocchia Immacolata,  un importante convegno al quale sono intervenuti  il dott. Donato Boscia, ricercatore del C.N.R., il  dott. Michele Digiaro, ricercatore dell’Istituto Agronomico Mediterraneo,  la dott.ssa Anna Percoco dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, e  Roberto Polo, un contadino del Salento, che ha portato la voce disperata di chi vive e combatte in un territorio infetto e ormai insanabile.

Gli esperti hanno spiegato ad un  pubblico attento e numeroso che la causa dell’epidemia è un batterio, la Xylella, per il quale al momento non c’è una cura. Il funzionario della Regione ha  parlato delle disposizioni di difesa messe in atto nella  “zona cuscinetto”, un territorio individuato a nord dell’epidemia, i cui confini continuano però a spostarsi per via dell’avanzata del batterio, anche a causa  delle forti resistenze di chi è chiamato ad attuare in quelle zone le misure drastiche e dolorose previste. La “questione Xylella” si è alimentata in questi anni di insinuazioni, sospetti, teoremi, accuse di complotti, interessi e speculazioni, che hanno contribuito a generare nell’opinione pubblica confusione e disinformazione.

L’incontro dell’altra sera ha avuto il merito di fare il punto della situazione e di  sgombrare il campo, anche alla luce delle ultime acquisizioni scientifiche, da dubbi e illazioni su una realtà tanto dolorosa e difficile da accettare, ma che  necessita ora di tutte le risorse sociali, culturali, scientifiche e politiche, unite in un unico fronte di difesa, per sperare di fermare l’epidemia.

L’Osservatorio di Giovinazzo continuerà a vigilare e ad informare la cittadinanza.