Con la festa di Nostro Signore Gesù Cristo re dell’universo, si chiude l’anno liturgico.
Poniamo nelle mani di Gesù quanto abbiamo vissuto nella Chiesa nell’ambito sia dell’attività pastorale, che delle varie iniziative e programmazioni ecclesiali. Ma prima di introdurci al commento del Vangelo, un pensiero del tutto particolare va ai nostri giovani, in quanto oggi ricorre la loro giornata. Il titolo della odierna solennità (“Cristo Re”) pone in evidenza il peculiare significato che la Chiesa ha inteso attribuire a tale festa, istituita da Pio XI al termine del Giubileo del 1925, ossia, in un particolare periodo storico.
La società del tempo, infatti, era dominata da forze anticlericali e contrarie alla religione. L’epoca, cioè, delle ideologie e degli estremismi, meglio conosciuti come totalitarismi: fascismo, comunismo e i primi sentori del nazismo. Con l’istituzione di questa festa, dunque, è come se Pio XI avesse voluto ricordarci che soltanto il Signore Gesù è il vero re, e che il suo potere persegue obiettivi diversi rispetto ai potenti di quel tempo. Difatti, anche se un giorno il totalitarismo dovesse riuscire a conquistare il mondo, Cristo rimane re dell’universo, poiché tutta la creazione da Lui è sorta e a Lui ritorna. Il potere di Gesù non è dato da questo mondo, come ci ricorda il vangelo di oggi, anche se è già in esso. Sin dal Prologo, l’evangelista Giovanni ci ha detto che l’Atteso è venuto per rischiarare le tenebre, tramite la via dell’amore e della pace, collocandosi sul trono della croce, dove celebra la misericordia e la logica del Padre, nel dare la vita per la salvezza dei suoi figli. Questa è la verità, su cui si interroga Ponzio Pilato, figlia di una logica destinata a rimanere sconosciuta a chi, come lui, vive nella tenebra. Quest’ultimo, infatti, non riesce a comprendere altra verità, che il potere del conquistare e del dominare, anche al costo di provocare uccisione e violenza. Dio, invece, sta da tutt’altra parte.
Ognuno di noi può scegliere quale potere perseguire, su quale trono salire: quello che arreca oppressione, oppure, quello in cui si celebra il bene, donando la propria vita. “Nostro Signore Gesù Cristo re dell’universo”: se la sua logica diventa “nostra”, ci sarà ben chiaro dove ciascuno di noi e l’intera storia si stanno dirigendo, e in questo cammino, le forze degli inferi non prevarranno su noi credenti.
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