S(u)perare gli ostacoli

Pista per il ritiro degli adolescenti

La Pastorale Giovanile è occasione di crescita e confronto, secondo un percorso che non fa differenze tra scelte di vita e cammini associativi, ma raccoglie gli spunti, le proposte, gli stili di tutti quelli che hanno deciso di vivere secondo la legge dell’Amore.

Per l’Avvento 2013, l’équipe di Pastorale Giovanile ha realizzato un sussidio utile a tutta la diocesi, per preparare il ritiro per adolescenti. È una pista per raggiungere gli stessi traguardi, seppur con tempi e in luoghi differenti, certi che laddove due o tre sono riuniti nel Suo nome, lì c’è Lui.

Dato che quest’anno la nostra diocesi si vuole soffermare sul tema della Speranza, abbiamo pensato di incentrare la proposta su questa virtù. Il titolo di questo strumento S(U)PERARE GLI OSTACOLI , infatti, riprende l’idea e il tema di fondo: la speranza. Ai punti cardinali ci piace vedere l’incontro, il cammino, la ricerca e la speranza.

Ci muoveremo dunque su queste direzioni:

·         speranza di incontrare il Salvatore, cioè vivere concretamente il Vangelo;

·         cammino verso la meta, nonostante gli ostacoli;

·         i doni che abbiamo come spinta a proseguire il nostro cammino;

·         stella: punti di riferimento.

Tante volte viviamo in attesa di qualcosa che ci sconvolga, che con un pizzico di trasgressione ci permetta di cambiare prospettive e modi di vedere e ci faccia sentire realizzati e felici. Ci mettiamo alla ricerca di stimoli in maniera propositiva ed euforica (a volte disperata e forzata) o restiamo ad aspettare che gli eventi accadano da sé, passivi e assopiti.

Vogliamo trovare fuori da noi stessi la spinta alla pienezza, pensiamo si possa scambiare con qualcosa o comprarla in qualche modo, senza spender(si) troppo. Ma quanto la voglia di novità è desiderio di incontrare il Signore? E, se davvero questo è il motivo della nostra ricerca, come viviamo l’attesa? Quanto la speranza l’attraversa e quanto tempo lasciamo passare prima di scoraggiarci? In fondo, di che speranza parliamo? Incontreremo il Signore se saremo pronti a riconoscerlo, se saremo preparati. Ma in che modo? Come il piccolo principe, anche noi dobbiamo preparare/addomesticare il cuore. È Gesù stesso che ci invita ad esser desti, svegli.

Prepararsi vuol dire permettere a un germoglio di spaccare la terra e accogliere il bacio del raggio di sole, desiderare con tutta l’anima di abbracciare chi vorremmo accanto a noi, soprattutto quando è distante. In altre parole, lasciare che il desiderio all’assoluto (la speranza) sia il motore della nostra vita, il capolinea di un treno che parte senza sapere be-ne le fermate, il cammino di chi ha solo voglia di arrivare, come i Magi, perché Lui ci aspetta da sempre e non si preoccupa dei nostri ritardi.

Sperare di incontrare il Signore, ci porta ad aprirci all’Altro e all’Alto, perché in ogni situazione e in ogni persona può nascondersi la mano e il volto di Dio. Soprattutto ci apre alla diversità, alla novità, alla possibilità reale di vivere puntando tutto sull’amore, con libertà piena e a una sola condizione: donare. Sembrerebbe una contraddizione, ma il dono è sen-za condizioni, si ama senza vincoli, perciò si è liberi. Sì, anche quando sembra che soldi, successo e carriera siano gli unici traguardi possibili. Vivere liberamente ma ad una condizione può sembrare una contraddizione.

Allora, il titolo scelto per questo ritiro ‘S(u)perare gli ostacoli’ è una voluta combinazione-provocazione che gioca sull’intreccio di due verbi: superare, quindi andare oltre, non fermarsi e sperare, cioè slanciarsi, tendere ad un obiettivo, un progetto. Il primo termine contiene il secondo. La speranza è quella spinta contenuta nel cuore di ciascuno di noi, che ha bisogno di qualcuno che la tiri fuori, come un fuoco da alimentare giorno per giorno.

Buon cammino di speranza a tutti!

 

L’équipe diocesana