Il Sinodo ordinario sulla famiglia si svolgerà dal 4 al 25 ottobre. Già lo scorso anno nella sua lettera alle famiglie Papa Francesco ci chiese: “il sostegno della preghiera è quanto mai necessario e significativo specialmente da parte vostra, care famiglie. Infatti, questa Assemblea sinodale è dedicata in modo speciale a voi, alla vostra vocazione e missione nella Chiesa e nella società. Pertanto vi chiedo di pregare intensamente lo Spirito Santo, affinché illumini i Padri sinodali e li guidi nel loro impegnativo compito”.
Per questo scopo le famiglie sono convocate sabato 3 ottobre di nuovo a Roma in Piazza San Pietro per vivere nel pomeriggio (dalle 18.00 alle 19.30) un momento di preghiera e testimonianza di fede attorno al Sommo Pontefice e ai Padri Sinodali.
Per questo scopo le famiglie sono convocate sabato 3 ottobre di nuovo a Roma in Piazza San Pietro per vivere nel pomeriggio (dalle 18.00 alle 19.30) un momento di preghiera e testimonianza di fede attorno al Sommo Pontefice e ai Padri Sinodali.
Dalla nostra diocesi saranno presenti circa 60 persone, coordinate da don Vincenzo di Palo e dall’èquipe di pastorale famigliare.
A tutte le altre famiglie e comunità parrocchiali si chiede di unirsi spiritualmente, o a livello domestico oppure organizzandosi in parrocchia, per seguire tramite Tv2000 l’evento.
Un segno esteriore sarà l’accensione di una luce sui balconi.
Chiediamo a tutti di aggiungere una intenzione di preghiera particolare per il nostro don Mimmo Amato.
Di seguito la riflessione dell’ufficio diocesano di pastorale famigliare che sarà pubblicata su Luce e Vita del 4 ottobre 2015.
«Per la prima volta la Chiesa viene convocata in Sinodo per affrontare il tema della famiglia. Non era mai accaduto prima e solo questo dato ci porta a pensare alla sfida lanciata da Papa Francesco al mondo, ma anche alla Chiesa. Tutte le comunità diocesane del pianeta sono state interpellate, i laici, le donne e gli uomini, il clero, tutti hanno potuto esprimere le proprie opinioni, rappresentare i problemi, gridare il dolore per le famiglie ferite e sottolineare la bellezza della famiglia nel suo farsi.
A volte la stampa ha enfatizzato molto i temi caldi posti all’attenzione di questo Sinodo, l’omosessualità, le coppie divorziate, la riforma della Sacra Rota. Papa Francesco nelle sue catechesi sottolinea un aspetto che ci sembra centrale per vivere questo momento di grazia e di discernimento per la Chiesa.
Le famiglie, dice “portano in campo i fondamentali della creazione di Dio: l’identità e il legame dell’uomo e della donna, la generazione dei figli, il lavoro che rende domestica la terra e abitabile il mondo”.
La vita familiare è “un capolavoro di semplicità, bello proprio perché non artificiale, non finto, ma capace di incorporare in sé tutti gli aspetti della vita vera”, che “non si fa in laboratorio, si fa nella realtà”. É da questa affermazione che poi deriva l’esigenza di mettere ordine in un istituto che ovviamente risente della modernità, della cultura del tempo che condiziona la vita degli uomini. Oggi si tratta di ripartire dai fondamenti della creazione che ci parlano di un legame generativo tra uomo e donna.
Non si tratta di una crociata contro la modernità, contro alcuni elementi propri del relativismo culturale di questo tempo che a volte ci sembra stiano demolendo l’identità sessuale dell’uomo e della donna. A noi cattolici il Papa chiede di testimoniare la bellezza dell’essere uomo e donna insieme, senza falsità e senza prevaricazioni.
“La Chiesa è madre”, ma le madri “dovrebbero trovare più ascolto” nella società e nella Chiesa. Francesco propone una pedagogia concreta: “Bisognerebbe comprendere di più la loro lotta quotidiana per essere efficienti al lavoro e attente e affettuose in famiglia; bisognerebbe capire meglio a che cosa aspirano per esprimere i frutti migliori e autentici della loro emancipazione”.
“Una società senza madri sarebbe una società disumana”. “La donna non è la replica dell’uomo”.
“Reciprocità” è la parola-chiave scelta dal Papa per disegnare il rapporto tra uomo e donna: “la rimozione della differenza è il problema, non la soluzione”.
Più volte, nelle udienze, il Papa denuncia le molteplici “forme di maschilismo” che tendono a far considerare la donna “di seconda classe” e stigmatizza i “molti luoghi comuni, a volte persino offensivi, sulla donna tentatrice”.
“Il problema dei nostri giorni non sembra essere più tanto la presenza invadente dei padri, quanto piuttosto la loro assenza, la loro latitanza”.
I ragazzi vivono oggi un “senso di sentirsi orfani” e l’assenza dei padri “produce lacune e ferite che possono essere anche molto gravi”, fino a trasformarsi in “devianze”. Anche la società lascia i giovani “orfani”.
Ed ecco perché il Papa ci dice che “Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, lo è per tutti, non solo per i credenti”.
“Il capolavoro della società è la famiglia”, verità da riscoprire nella “cultura del provvisorio”.
“Dove c’è una famiglia con amore, quella famiglia è capace di riscaldare il cuore di tutta una città”, è la famiglia l’antidoto alla “desertificazione comunitaria della città moderna”. Per questo bisogna consegnare “il timone della storia – della società, dell’economia, della politica – all’alleanza dell’uomo e della donna”.»
di Vincenzo di Palo,
Antonella e Ferri Cormio
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