L’Ac diocesana, così come per le altre città, in previsione delle elezioni comunali che si terranno a Ruvo, presenterà agli elettori e ai partiti e gruppi politici i codici etici.
L’incontro pubblico si svolgerà giovedi 28 aprile c.m. presso la Pinacoteca comunale (ex convento dei Domenicani) di Ruvo alle ore 19:00.
Nel presentare i codici etici ai partiti e ai gruppi politici, l'AC chiede l’assunzione di uno stile che guardi oltre le scelte partitiche personali e che saprà farà la differenza nel modo di gestire la campagna elettorale prima, e di gestire la Cosa Pubblica dopo.
«L’Azione Cattolica diocesana vuole dire in modo chiaro ed inequivocabile le ragioni, ma anche le modalità di un impegno, del proprio impegno sul versante sociale e politico (…). La nostra è un’associazione da sempre presente e radicata nel nostro territorio e nelle realtà parrocchiali. Lavoriamo nel campo della formazione e dell’educazione delle coscienze. Il nostro compito è quello di far crescere nella fede, di maturare una fede adulta. E’ evidente che una persona adulta nella fede, con una robusta identità cristiana, non è tale solo per il numero di liturgie che frequenta o solo per i gesti di carità che compie. C’è un mandato, riservato a noi laici, che ci impegna ad interessarci profondamente e responsabilmente del tempo e del luogo in cui ci è dato di vivere, a farci carico e a prenderci cura di questa storia e di questa geografia, perché siano sempre più a servizio dell’uomo, ad essere noi stessi uomini fino in fondo, anzi, fino in cima. Alla luce di questo mandato, allora, anche la dimensione sociale, civile, politica, interpella il nostro essere cristiani ed interessa il nostro percorso di fede, non è “altro” rispetto ad esso.
… Ebbene, sgombriamo subito il campo da false idee, dicendo a chiare lettere che l’Azione Cattolica, in quanto associazione ecclesiale, non “scende in campo”…..e neanche “sale in politica”; ognuno di noi ha già nel proprio portafoglio una tessera, che ci identifica in quanto aderenti alla nostra associazione. Ed è in virtù del significato profondo ed autentico che noi diamo a questa adesione che siamo chiamati ad esserci e a dire la nostra anche su quello che accade al di fuori delle mura ecclesiali, soprattutto quando in ballo vi è la difesa dell’uomo e la salvaguardia delle fondamenta sulle quali costruire scelte a difesa del Bene Comune. Qualcun altro ci ha visto come potenziale bacino di raccolta voti, perché romanticamente immagina un’Azione Cattolica con un leader che parla e gli aderenti che eseguono. Anche questo è falso. Nessuno di noi ha dietro la massa, amorfa, informe e col pensiero unico. Anzi, l’AC, da sempre unita su una proposta di crescita nella fede, ha visto nelle diverse stagioni anche politiche, i propri aderenti liberamente e consapevolmente votare o scegliere di impegnarsi in prima persona in schieramenti diversi, a volte opposti, perché ciascuno si forma in autonomia una propria identità politica. Già nell’Octogesima Adveniens si dice che “una stessa fede può portare impegni politici diversi” – e nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, n. 573, si legge che “l’adesione di un cristiano ad uno schieramento politico non sarà mai ideologica, ma sempre critica, affinché il partito e il suo progetto politico siano stimolati a realizzare forme sempre più attente ad ottenere il vero bene comune”. Pertanto non chiedeteci….da che parte è la Chiesa…..o ancor peggio……quanti voti esprimete voi della Chiesa…..perché non è questo il senso del nostro esserci nel dibattito politico e sociale di questo tempo. Oggi assistiamo ancora una volta a spettacoli già visti di ricerca spasmodica di volti nuovi, possibilmente puliti, da “prestare” alla politica. Meglio, è la “politica” che chiede di prestarci a fare i fischietti da richiamo, perché ha bisogno di inserire qualche nome opportunamente, qua e là, secondo la solita categorizzazione: ci servono donne, giovani, cattolici… A queste logiche non ci stiamo più. Intendiamo lavorare per presentare le nostre richieste alla classe dirigente futura e al mondo politico attuale. Pretendiamo ascolto, non scambi, attenzione e interiorizzazione rispetto a quanto diciamo, non strumentalizzazione. Ai politici chiediamo progettualità, serietà, chiarezza nelle proposte come nelle eventuali coalizioni. Vogliamo sapere chi votiamo, quali sono le alleanze, chi appoggia chi.»
(da un intervento della presidente dicoesana Angela Paparella, 11 gennaio 2013)