Pasquale Chieco è il Sindaco di Ruvo. Lo ha eletto poco più della metà dei votanti

di Luigi Sparapano

Non c’è voluto molto tempo per completare lo scrutinio del ballottaggio e decretare la vittoria di Pasquale Chieco (detto Ninni), eletto Sindaco di Ruvo di Puglia per i prossimi cinque anni, espressione del centrosinistra.
Lo hanno eletto 6928 cittadini ruvesi, il 57,31% dei votanti (al primo turno aveva ottenuto il 34,67%), rispetto ai 5161 voti, il 42,69%, destinati ad Antonello Paparella (al primo turno 28,35%), candidato del centrodestra che ha ammesso la sconfitta e stretto la mano al neo sindaco, verso l’una di notte, davanti al salotto televisivo di Ruvesi.it che ha trasmesso e commentato in diretta streaming le fasi dello scrutinio.
Le schede bianche sono state 137 (1,09%) e le nulle 340 (2,70%). Occorre però segnalare che ha votato poco più della metà degli aventi diritto, cioè il 57,53%, percentuale in calo rispetto al primo turno, il 68,05%, e questo è un primo dato forte da cui partire per una riflessione politica: quasi metà della popolazione ruvese si è disinteressata all’elezione del suo Sindaco e, fisiologico o meno che sia, è un dato preoccupante che la dice lunga sulla percezione dell’importanza che rivestono le istituzioni locali.
 
Ninni Chieco ha dedicato la vittoria a suo padre Paolo (nella foto), deceduto novantenne proprio il 4 giugno scorso mentre Ruvo allestiva i seggi elettorali del primo turno; avvocato di grande prestigio, sindaco dal 1985 al 1990 e successivamente assessore, di matrice socialista, tra i fondatori del centrosinistra a Ruvo.

“Spero di essere all’altezza di mio padre” ha dichiarato il nuovo Sindaco Pasquale, anch’egli avvocato da oltre 30 anni, cassazionista, nato a Ruvo il 19 luglio 1955 (61 anni), sposato con figli.
Docente di Diritto del lavoro nei corsi di laurea in Economia aziendale e di Relazioni industriali, Professore incaricato di Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi di Bari e di Diritto del Lavoro e Previdenza sociale al corso di laurea in Economia aziendale di Taranto. Dal 1983 attivo nell’attività scientifica e didattica del Dipartimento sui Rapporti di lavoro e sulle Relazioni industriali dell’Università di Bari. Ha svolto attività didattica presso molti centri di formazione universitaria, ha operato presso l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Scuola superiore della Pubblica Amministrazione Nazionale, la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione locale – sede regionale della Puglia. Tra il novembre 2007 e l’ottobre 2010 è stato Direttore dell’Area Organizzazione e Riforma dell’Amministrazione, nonché dirigente del Servizio Personale della Regione Puglia. Ha poi ricoperto la carica di Presidente del Comitato per indirizzo strategico sul miglioramento organizzativo dell’Università degli studi di Bari e quella di Delegato per le Relazioni sindacali del Rettore dell’Università degli studi di Bari tra il 2006 e il 2013. Dal luglio 2013 e fino a qualche giorno fa è stato Presidente del Consiglio di Amministrazione di InnovaPuglia Spa, società in house della Regione Puglia per l’informativa e la telematica, per l’assistenza alla programmazione strategica di sostegno dell’innovazione e per l’attuazione dei relativi programmi regionali di investimento. È stato componente di diversi comitati, tanto accademici quanto gestionali, presso l’Assessorato alle infrastrutture strategiche e mobilità della Regione Puglia con funzione di consulenza e supporto nelle tematiche del lavoro, federalismo fiscale e infrastrutture (logistica- sistema delle imprese – qualità urbana e territoriale) e il Comitato regionale “Bollenti Spiriti”.
É stato Presidente del Nucleo di Valutazione dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Puglia tra il 2010 e il 2011. Autore di monografie e articoli editi su molte delle più importanti riviste giuridiche italiane.
 
Il Consiglio comunale che si andrà ad insediare risulta composto da 10 seggi di maggioranza: Michele Scardigno (PD), Irene Turturo (PD), Giovanni Turturro (PD), Francesco Summo (PD), Mario Paparella (PD), Pina Picciarelli (PD), Rino Basile (Ruvo Futura) e Raffaella Di Terlizzi (Ruvo Futura), Lia Caldarola (Sinistra Ruvese) e Antonio Mazzone (Sinistra Ruvese).
Sei i seggi di opposizione: Antonello Paparella (che ha già dichiarato le sue prossime dimissioni), Giovanni Mazzone (Conservatori e Riformisti), Piero Paparella (Conservatori e Riformisti), Orazio Saulle (Forza Italia), Damiano Binetti (IDeA) e Mariatiziana Rutigliani (Cittadini per Ruvo di Puglia).
 
Il Sindaco Chieco si è più volte definito come “portatore sano di discontinuità” intendendo dire che pur essendo espressione del centrosinistra, prestato alla politica, ma senza pregressi partitici, vuole superare la logica amministrativa che ha caratterizzato gli anni passati; infatti ha più volte annunciato, e ribadito pubblicamente dopo l’elezione, che vuole costituire una Giunta di tecnici, esperti di processi amministrativi, lasciando al Consiglio il suo ruolo eminentemente politico, di indirizzo della amministrazione della Città.
Il suo background culturale e professionale può consentirgli uno sguardo altro sulla Città e sul ruolo degli Amministratori, meno ripiegato, più aperto all’esterno, all’Europa.
 
Ma la discontinutà dovrà richiederla anche a chi lo ha sostenuto, PD in primis, se è vero come è vero che non sono poche le diatribe interne, adesso messe da parte per la campagna elettorale, ma che avevano portato, per esempio, alle recenti dimissioni di Pasquale De Palo, assessore alla Cultura, fiore all’occhiello dell’Amministrazione Ottombrini. Proprio Vito Nicola Ottombrini ha consegnato questa notte le chiavi della città a Chieco. Il PD e il centrosinistra hanno governato la città per oltre dieci anni per cui, accanto a notevoli obiettivi raggiunti, non possono non riconoscere le gravi responsabilità amministrative che hanno portato a una situazione di stallo economico, alla situazione di dissesto finanziario del Comune e di forte preoccupazione per le tante famiglie alle prese con decreti ingiuntivi di pagamento (fino a 130.000 euro) per i suoli edificatori delle cooperative edilizie.
Passata l’euforia della vittoria (poco euforica se solo metà dei cittadini ha votato) occorre mettere mano subito ai problemi reali e complicati che ci sono, in una saggia interazione tra maggioranza e opposizione. Per il bene della Città.