Sulle note di una storia vocazionale. Il 25° di sacerdozio di don Gianni Fiorentino

di Ninetta e Cristina Volpicella

Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi(Gv 15)
Sono le parole di Gesù rivolte agli apostoli che lo seguivano, agli amici cui affidare una straordinaria missione, affidare la Chiesa nascente dono di amore per tutti gli uomini.
Gesù in quel giovedì Santo, con le parole fate questo in memoria di me, univa all’istituzione dell’Eucaristia, l’istituzione della Chiesa e del sacerdozio ministeriale. Attraverso il mistero dell’Eucaristia, della Chiesa e del sacerdozio, l’Eterno entra nel tempo, il divino entra nell’umano per raggiungere l’uomo elevandolo a figlio di Dio. Il piano di salvezza del Padre, annunciato nell’Eden, è reso concreto e realizzato mediante Cristo Gesù, immagine del Dio invisibile che, sia con i discepoli allora, sia con gli uomini di sempre vive rapporti di profonda comunione, di amore, di autentica amicizia.
Le parole di Gesù (Non voi avete scelto…) hanno molto colpito don Gianni, hanno avuto grande risonanza nella sua vita di pre-adolescente e adolescente, prima ancora della sua scelta definitiva.
Parlare di don Gianni significa ripercorrere una strada lunga 25 anni e inevitabilmente affiorano sentimenti, emozioni, attività densi di significato, eventi vissuti con entusiasmo e responsabilità, con stupore e impegno per costruire un cammino di vita secondo il disegno tracciato per lui fin dall’eternità.
La partecipazione, questa sera, sia della comunità parrocchiale, sia delle altre parrocchie della nostra città, la presenza di amici venuti dalla parrocchia S. Cuore di Molfetta, ai quali rivolgiamo il nostro saluto e il nostro grazie, stanno a dimostrare l’affetto, la vicinanza, la preghiera di ringraziamento al Signore per don Gianni, per i suoi 25 anni di sacerdozio, per i vari servizi fin qui resi e per il proseguimento del suo ministero.
Sono sicura che questo 29 giugno 2016 rimarrà nella memoria come un’altra tappa, tra le più significative del suo cammino sacerdotale.
La vocazione di don Gianni nasce sia in famiglia, sia in parrocchia, una parrocchia giovane, quella dell’Immacolata, impegnata da subito nel radicale rinnovamento della Chiesa voluto dal Concilio Vaticano II. Basti pensare alla Costituzione sulla Sacra Liturgia per quel che riguarda l’adozione delle lingue nazionali e relativa rivoluzione rituale, culturale ecc. Anche ai laici venivano affidati alcuni servizi all’interno della liturgia.
Il soffio dello Spirito Santo, con la sua ventata d’aria nuova, si fece sentire anche sulla nascente parrocchia Immacolata.
La prima comunità, formata da giovani e adulti, iniziò un cammino di riscoperta della Parola di Dio ed espresse in quegli anni profondo coinvolgimento, maturando, gradualmente, presa di coscienza e responsabilità. Il tutto, stimolato, forse, proprio dal rinnovamento liturgico.
Per conoscere meglio la vivacità e la vita che pulsava nella prima comunità si rimanda al saggio  “Una comunità in cammino” pubblicato nel 2011 in occasione dei 40 anni della parrocchia. La scelta di don Gianni, si sviluppa e matura, quindi, in questo clima.

Siamo nel 1979. All’età di 13 anni don Gianni fa il suo ingresso nel seminario minore di Molfetta.
Accolto da Mons. Aldo Garzia, Vescovo, da Mons. Felice di Molfetta, Rettore del seminario, dagli educatori e animatori che l’avrebbero seguito nel percorso di formazione. Abbiamo chiesto a don Gianni quali fossero i suoi sentimenti in quel particolare momento.
Ascoltiamo la sua testimonianza:
“Ad aiutarmi in questa scelta è stato don Giuseppe, il quale scorgendo in me i segni di una possibile vocazione al sacerdozio, mi incoraggiò ad entrare in seminario. Le tappe di un cammino così lungo sono tante! Provo a sintetizzarle così: nel periodo dell’adolescenza queste tappe sono state caratterizzate da una conoscenza iniziale di Gesù sperimentato come amico, guida e luce della vita.
Nel periodo della giovinezza, che coincide con gli studi di teologia, le tappe sono state scandite da un’intimità sempre più profonda con Gesù e dal desiderio di assomigliargli il più possibile per diventare un giorno Pastore secondo il suo cuore.
A questo punto è d’obbligo ricordare e parlare del nuovo Vescovo don Tonino Bello.
L’arrivo di don Tonino, nuovo Vescovo della nostra diocesi, fu salutato con grande entusiasmo. La sua presenza si rivelò una vera rivoluzione per la vita della comunità diocesana. La radicalità del suo pensiero, il modo di incarnare il volto nuovo della Chiesa post-conciliare, le sue scelte coraggiose, le spinte ideali aperte alla speranza, l’amore incondizionato per i poveri, il progetto pastorale Insieme con Cristo sul passo degli ultimi, il sogno di una Chiesa senza pareti e senza soffitto, una Chiesa aperta per accogliere tutti senza tessera d’identità, una Chiesa capace di rispondere alle esigenze del mondo contemporaneo. Tutti modi per vivere il rinnovamento nel proprio essere Chiesa.”
Don Gianni si nutriva del magistero di don Tonino, ebbe la fortuna di essergli accanto prima come seminarista, poi come segretario particolare, ebbe quindi modo di camminare accanto a un grande testimone del nostro tempo. Intanto, il suo cammino verso la meta diventava sempre più spedito.
Il 18 dicembre 1988, don Gianni è pronto per ricevere il primo degli ordini minori: il Lettorato, conferitogli per le mani di un altro grande protagonista del Concilio, Mons. Mariano Magrassi, Arcivescovo di Bari.
Dopo poco tempo, riceve l’Accolitato, poi il Diaconato che, per l’importanza che riveste, è l’ordine più vicino all’Ordinazione Presbiteriale.

29 giugno 1991: Il grande giorno

Dalla voce di don Gianni ascoltiamo il racconto di quel giorno indimenticabile.
«L’emozione di quella sera è ancora viva nel mio cuore! Si realizzava un sogno che inaugurava un nuovo cammino: finalmente potevo essere, in mezzo agli altri, Sacramento vivente di Gesù. Ma in quel momento nel mio cuore c’era anche tanta paura: mi sentivo indegno, piccolo, fragile per un compito così grande, così al di sopra delle mie possibilità e capacità.
Una voce interiore, che già negli anni della formazione avevo ascoltato tante volte, mi rassicurava: “Non avere paura delle tue fragilità: ti basta la mia Grazia”. Oggi posso attestare che davvero la sua Grazia non mi ha mai abbandonato ed è in grado di colmare ogni mia deficienza.»
Il rito dell’Ordinazione fu molto suggestivo. A presiedere la celebrazione eucaristica è il Vescovo, Mons. Bello.
Nella celebrazione del rito sacro vi sono momenti e gesti pregnanti, densi di significato, tra cui: la risposta affermativa del neo-sacerdote Sì, lo voglio! alla domanda rivolta dal Vescovo:” Vuoi ricevere l’Ordine Sacro del Sacerdozio?;
l’imposizione delle mani sul capo del candidato da parte del Vescovo, per invocare la pienezza dello Spirito Santo; l’unzione delle mani con il Sacro Crisma, le mani consacrate che in ogni celebrazione eucaristica renderanno presente sull’altare il mistero della trasformazione del pane e del vino in Corpo e Sangue di Cristo.
Di quella celebrazione tutto è rimasto scolpito nel nostro cuore, anche l’impegno del coro parrocchiale nell’animazione musicale della liturgia, preparata e diretta da Cristina Volpicella e da don Giuseppe de Candia.
Caro don Gianni, è evidente che eri consapevole della chiamata speciale! E, proprio in virtù di quella chiamata ed in forza dell’Ordine Sacro, rendi presente Cristo sull’altare, in nome di Dio, e lo doni agli altri per fare comunione intorno alla mensa e nella vita.
Mi sia consentito citare qualche breve passaggio dell’omelia di don Tonino, molto apprezzata per l’ originalità dei contenuti.
Rivolgendosi ai neo-sacerdoti, tra l’altro, disse:
“Vi auguro una Chiesa senza pareti e senza soffitto, una Chiesa aperta per accogliere tutti, una Chiesa mobile, che sia una tenda pronta per essere piantata ovunque, una Chiesa fontana del villaggio.
Miei cari, siate pescatori e fabbricatori di tende”.
E siamo al momento emozionante dell’abbraccio con il Vescovo don Tonino, con don Agostino Superbo, Rettore del Seminario regionale, ancora in carica, con don Giuseppe; l’abbraccio con i genitori e le sorelle e quello particolare con i carissimi nonna Dora e nonno Giovanni.
Molto attesa fu la celebrazione della prima messa nella parrocchia di origine, cioè presso la comunità di appartenenza. Di quella messa riportiamo alcuni momenti: il saluto di don Giuseppe che, dopo aver sottolineato l’importanza del sacerdozio, disse: “La vocazione di don Gianni è un dono del Signore offerto alla Chiesa”; don Felice richiamava il cammino di formazione e il ruolo della comunità nell’essere stata, per questa vocazione, una comunità gravida, gestante, madre.
Concludeva dicendo:” Vi auguro, carissimi, che possiate generare altre vocazioni da donare alla Chiesa”; il saluto del neo-sacerdote, la sua riconoscenza al Signore, il ringraziamento ai genitori, a don Giuseppe, agli amici; a tutti chiedendo di continuare a sostenerlo con affetto.

Gli incarichi

A don Gianni sono stati affidati diversi incarichi. Ne elenco solo alcuni:
Segretario del Vescovo, don Tonino;
Rettore del Seminario Vescovile per 10 anni
Direttore dell’Ufficio liturgico diocesano
Docente presso la scuola biblico-pastorale per laici, corso di liturgia
Recentemente è stato nominato, dalla Conferenza episcopale pugliese, assistente regionale della Consulta dei laici.
E’ stato anche assistente di varie associazioni in ambito diocesano.
Ascoltiamo da lui cosa dice di questi incarichi:
“In questi anni ho svolto numerosi incarichi. Ciò che posso dire a riguardo è che li ho espletati tutti con grande amore. Questa consapevolezza mi aiuta ad accettare i tanti errori commessi a motivo della mia giovane età e dei miei peccati. All’età di 35 anni diventavo parroco di una comunità di Molfetta: la parrocchia S. Cuore. A questo riguardo devo ringraziare, per la fiducia accordatami, l’amato Vescovo Mons. Luigi Martella, di venerata memoria. E’ stata una esperienza difficile ma esaltante, anche per il coinvolgimento nel vissuto della gente, delle difficoltà di ogni genere, ma anche di grande speranza. Con l’esperienza della parrocchia, potevo finalmente vivere a 360° il ministero sacerdotale, portare ai bambini, ai giovani, agli adulti, agli ammalati, a tutti, la gioia del Vangelo.

Parroco dell’Immacolata a Giovinazzo
Terminati i 9 anni canonici presso la parrocchia S. Cuore di Molfetta, tutto potevo pensare tranne che il Vescovo mi inviasse proprio nella comunità in cui è nata la mia vocazione, accanto al parroco che mi ha guidato negli anni della fanciullezza e con la gente che mi aveva visto crescere. Ma – come si dice – le vie del Signore sono infinite ed eccomi qui, ora, a vivere con voi l’esperienza della sequela di Gesù.
Sono trascorsi 5 anni da quando sono venuto in mezzo a voi e oggi benedico e ringrazio il Signore per questa esperienza.
Ho trovato una comunità bella, di laici preparati e motivati, di famiglie sane e generose, di giovani e ragazzi bravi.
Non potevo desiderare di più!
Spero di continuare questo cammino insieme a voi, superando con fiducia le inevitabili difficoltà che ci sono e che si presenteranno.
E di costruire una comunità sempre più innamorata del Signore e aperta verso tutti, in uscita, capace, con il linguaggio della testimonianza e dell’amore fattivo, di dire a tutti che Dio è buono e perdona sempre”.