L’elezione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, anche seguita dagli schermi televisivi, ha suscitato emozione per quel senso di comunità che è nell’animo di ogni italiano. Ancora sono forti i valori di un popolo e il senso di appartenenza. Ancora è viva la speranza che l’Italia possa uscire dalla palude in cui si è cacciata. E non solo in quella economico finanziaria.
Agli auguri di tutti uniamo anche i nostri, fiduciosi nella storia e nei valori che contraddistinguono il presidente Mattarella.
Chiudiamo il giornale quando conosciamo il suo primo pensiero rivolto alle “speranze e alle difficoltà dei concittadini”. Accanto agli auguri non possiamo però nascondere la delusione nei confronti della classe politica. Perchè questi passaggi storici ci esaltano, compattano la nazione, ma non cambiano la vita immediata di milioni di cittadini che, traditi e dimenticati nei fatti dalla politica e dallo Stato, continuano a fare i conti con una criticità grave che impedisce una dignitosa sopravvivenza. Sono tanti, nelle nostre famiglie e nei nostri quartieri, quelli che non possono pagare le bollette, che non comprano i libri scolastici, che segretamente chiedono aiuto alle Caritas, che non possono sottoporsi a cure essenziali, men che meno che possono offrire ai figli possibilità ulteriori di crescita (palestra, musica, teatro…). Troppi i 30, 40, 50enni, con moglie, figli e casa a carico, che hanno perso il lavoro e hanno bruciato i risparmi, i giovani alla ricerca di lavoro. E questo mentre chi governa prosegue indisturbato nei giochi di palazzo, avendo garantito un superstipendio ed una superpensione a vita. Pagata da tutti noi.
Per questo quel centinaio di schede bianche, da ovunque provengano, sono deludenti! Il quarto scrutinio, per quanto risultato strategicamente vincente, è stato deludente! Da questo punto di vista e pur riconoscendo altri limiti, va dato merito a Matteo Renzi perchè cerca in ogni modo di non trascinare le cose, di non perdersi nei paludamenti di colleghi più anziani che dicono tutto e il contrario di tutto, pur di non rimetterci niente come persone e come partiti. Vediamo politici responsabili di gravi errori che galleggiano e sopravvivono nelle sedi di partito, e nei salotti televisivi pretendono di avere soluzioni chiavi in mano ai danni commessi. Continuare a parlare di riforme, tanto chi governa quanto chi si oppone, e arrestarsi un passo prima per i dolori di pancia a destra e sinistra, è deludente. Non sono discorsi da bar o da sala da barba. Anzi sì! Perchè lì si coglie la vita reale del Paese. Servono gesti forti. Servono scelte personali controcorrente. Papa Francesco insegna. Al presidente Mattarella chiediamo di essere presidente di tutti, ma a fianco degli ultimi, spronando i primi.
Osiamo chiedere a lui, perchè sia di esempio ai parlamentari e a tutti coloro che a vari livelli vivono di politica, gesti forti anche sul piano personale, rinunciando a benefici di sorta e accontentandosi di un dignitoso stipendio di pubblico dipendente.
Non sarebbe ridicolo o scandaloso, piuttosto il segno di una politica che deve tornare ad essere servizio.
Auguri Presidente, auguri Italia!
di Luigi Sparapano
