Quest’anno il giornale parrocchiale della comunità dell’Immacolata di Molfetta compie trent’anni di pubblicazione e “Chiesa Nuova” da trent’anni arriva nelle famiglie del quartiere (e non solo) per raccontare, aiutare a pensare e accorciare le distanze tra la Chiesa e il mondo, il territorio e la parrocchia. Trent’anni sono tanti se pensiamo che oggi si succedono in pochi mesi avvenimenti che forse prima si snodavano nel corso di un ventennio e ci rendiamo conto che “Chiesa Nuova” ha accompagnato la comunità nella lettura degli snodi decisivi della vita della Chiesa e di questo nostro tempo. Mi ha colpito che nell’editoriale del n.1, datato dicembre 1986, uno dei membri di redazione scrive riferendosi al giornale parrocchiale: “perché la comunicazione diventi uno stile che qualifichi sempre più l’impegno comunitario a respiro ecclesiale offrendo non solo notizie di iniziative concrete, ma anche occasioni di riflessione e di confronto…”. Mi piace pensare al nostro giornale come ad una grande agorà dove si convive insieme con uno sguardo profondo.
“Chiesa Nuova” continua ancora oggi a regalarci attraverso la positività della carta stampata nell’era del digitale, il senso di uno sguardo lontano sul nostro quartiere e di un’attenzione sempre più evangelica a questa nostra storia che è pure la storia di Dio.
Sabato 30 aprile, ore 19,30, nella sala parrocchiale spegneremo insieme le candeline del giornale parrocchiale con un momento di riflessione guidato da Gino Sparapano, direttore di Luce e Vita, e una mostra del giornale scorrendo le copertine di questi primi trent’anni.
Nel suo messaggio per la 50ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Papa Francesco parla di comunicazione come di “uno stile di prossimità”, e tutti ci auguriamo che “Chiesa Nuova” ci aiuti nella comunicazione tra di noi innanzitutto e con il mondo a diventare “prossimi” gli uni degli altri: “In un mondo diviso, frammentato, polarizzato, comunicare con misericordia significa contribuire alla buona, libera e solidale prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità”.
don Nicolò Tempesta, parroco