“All’educazione vogliamo dedicare questo decennio”. Parole chiare e programmatiche quelle dei Vescovi italiani, frutto di una consapevolezza: noi tutti siamo stati educati. Da Dio innanzitutto, che ha donato la sua legge come insegnamento e ha mandato il suo Figlio come maestro.
Addirittura, qualche autore antico parlava di Gesù Cristo come del pedagogo. La Chiesa è stata voluta dal Salvatore come Madre e Maestra per annunziare a tutti gli uomini il piano della salvezza e per edificare in Cristo ogni cosa. Nella sua missione ha il dovere di occuparsi dell’intera vita dell’uomo, in quanto legata alla vocazione soprannaturale, indicando in che cosa consiste l’autentica realizzazione della persona.
Questa è l’opera educativa, che ha insieme contenuti umani e spirituali.
Con l’educazione la Chiesa propone tanti valori che sono autenticamente umani, frutto dell’opera congiunta di fede e ragione; questi valori, però, non sono tutti uguali e sullo stesso piano; ve ne sono tre posti al di sopra di tutti, in quanto ritenuti irrinunciabili e non negoziabili, nel senso che o sono accettati insieme e integralmente o cade la proposta cristiana. Come è noto sono: il rispetto per ogni persona umana dal suo concepimento al tramonto naturale; l’unione tra l’uomo e la donna, fondata sul matrimonio; la libertà religiosa. Affermare questi è fare educazione, realizzando un umanesimo integrale trascendente.
“Chi educa – leggiamo negli Orientamenti – è sollecito verso una persona concreta, pronto a farsene carico con amore e premura costante”. Non sono principi teorici o astratti, ma assolutamente concreti, perché esprimono quell’orizzonte entro cui si colloca il prendersi cura, mediante l’istruzione, il lavoro, la casa, l’assistenza nella malattia, etc.
Nell’opera educativa la Chiesa fa cultura, contrapponendosi, per esempio, al nulla in cui spesso si vive. Situazione che è frutto di un modo di fare educazione, in cui chiamare il bene e il male con il loro nome e aiutare a distinguerli corrisponderebbe ad un condizionamento della libertà del soggetto; si dovrebbe essere neutrali, limitandosi a dare alcune informazioni. È frutto del rifiuto delle due fonti che orientano il cammino umano, delle due ali con le quali lo spirito umano raggiunge la verità; sono esse la ragione e la fede.
La natura viene considerata secondo una dimensione puramente meccanica, incapace di contenere in sé alcun imperativo morale e valoriale. Nella medesima prospettiva, la Divina Rivelazione viene considerata come un momento dello sviluppo storico dell’umanità, un segmento di una vicenda ben più ampia. Sarebbe da leggersi unicamente in relazione a quel periodo e non costituirebbe alcuna pienezza. Se natura e Rivelazione sono messe a tacere, neanche la storia riesce più a parlare; occorre ritornare al concetto vero della natura come creazione di Dio che parla all’uomo e al ruolo della Rivelazione che si esprime nella creazione. Insieme operano quasi un concerto, che ha come parole il linguaggio stesso di Dio.
La formazione integrale della persona, ancora, è resa particolarmente difficile dall’aver attribuito un ruolo di egemonia ai sentimenti e alla spontaneità, così da considerare solo l’attimo presente. In verità, nella persona il mondo delle emozioni deve essere guidato dalla razionalità, la sola capace di dare un senso all’intera esistenza e di orientare le scelte in conformità con esso.
Altri ostacoli allo svolgimento dell’opera educativa sono, per esempio, l’insicurezza da parte dell’adulto nel proporre obiettivi credibili, sui quali valga la pena di costruire la propria esistenza; la crisi di identità del principale nucleo educativo, la famiglia; l’incertezza legislativa dell’istituzione scolastica; come anche, il disconoscimento della valenza educativa della parrocchia e delle altre realtà ecclesiali.
Davanti a questa situazione, la comunità cristiana non si rassegna. Con convinzione offre la sua proposta educativa, “il cui obiettivo fondamentale – scrivono i Vescovi italiani – è promuovere lo sviluppo della persona nella sua totalità, in quanto soggetto in relazione, secondo la grandezza somma della vocazione dell’uomo e la presenza in lui di un germe divino”. Questo progetto si concretizza nello sviluppo armonioso di tutte le dimensioni costitutive dell’uomo, quelle spirituali e quelle fisiche, secondo gli insegnamenti principali del Vangelo e nella prospettiva della vita della società, di cui egli è membro attivo. In questo modo la persona umana diventa capace di vivere quella fraternità universale, che corrisponde al disegno di Dio, e di realizzare il bene comune.