PuliAmo Terlizzi, coi fatti

Intervista a cura di Simona de Leo

Francesco Paolo Barile, coordinatore del Comitato cittadino Puliamo Terlizzi e Pietro Pardini, attivista, si raccontano in una testimonianza di coraggioso volontariato che ha come scopo principale la cura e salvaguardia del creato. Puliamo Terlizzi nasce nel maggio 2013 dall’incontro di alcuni volontari, nonchè fondatori, con l’obiettivo di ripulire la via Appia Traiana, di recente frequentata dai pellegrini che seguendo l’antica via Francigena percorrono a piedi il tratto da Monte Sant’Angelo ad Otranto. 
Terlizzi, come molti altri luoghi della Puglia, oltre a custodire i resti della storia, custodisce ingenti quantità di rifiuti, anche nocivi. I luoghi rurali sono le zone preferite dagli incivili che scaricano, illecitamente, ogni tipo di rifiuto, dall’elettrodomestico agli scarti edili, all’amianto. I volontari, con pazienza e determinazione, si occupano di ridare dignità ai luoghi del territorio. Alcune zone, però, possono essere ripulite solo in parte, in quanto i rifiuti cosiddetti speciali sono o sarebbero di competenza delle amministrazioni comunali e provinciali che dovrebbero operare interventi di bonifica dai costi piuttosto gravosi. Una delle maggiori soddisfazioni raggiunte dal comitato è senz’altro il numero dei partecipanti volontari che hanno aderito all’iniziativa. Erano  solo in due all’inizio e ora, per alcuni interventi di particolare rilevanza, si ritrovano anche in 40. 
Le “mission” come le chiama Francesco Paolo vengono diffuse via web, e la condivisione su facebook favorisce l’informazione e la partecipazione. I volontari, tutti di Terlizzi, adottano le principali misure di sicurezza durante tutti gli interventi, ciascuno si autofinanzia nell’acquisto dell’attrezzatura necessaria per ripulire le strade. 
Tutti i siti in pericolo vengono puntualmente denunciati alla Polizia Municipale e al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. 
Attualmente sono stati rinvenuti circa 40 siti in forte stato di degrado ambientale e una decina di questi contaminati da amianto e macerie edili. Nonostante la trasparenza degli interventi e le denunce, il Comune non mostra ancora il dovuto riconoscimento al comitato che in qualche occasione è stato accusato di superficialità nel “fai da te”. Il comitato, oltre a denunciare, propone iniziative per far rientrare l’emergenza degli illeciti nello smaltimento dei rifiuti nelle zone rurali. 
Tra le proposte la richiesta di una consulta ambientale, di una campagna di sensibilizzazione e formazione permanente per i cittadini, maggiori controlli e sanzioni per chi contravviene. Il coordinatore tiene anche a far presente che i cittadini terlizzesi sono sensibili all’iniziativa e che almeno otto su dieci ne sono a conoscenza. Ciò fa ben sperare che ormai siano sempre più coloro che riflettono sulla cura dell’ambiente. I volontari si autofinanziano attraverso la vendita di maglie, cappellini, caramelle offerte da sponsor cittadini e non disdegnano di accogliere le oblazioni volontarie. L’iniziativa “Dona un pensiero verde”, infatti,  serve proprio a raccogliere fondi attraverso un barattolino che simbolicamente circola tra i bar del paese. 
Alla domanda, perché curare l’ambiente, Francesco Paolo risponde che è fondamentale per un luogo dalla tradizione agricola come il nostro. 
La trasformazione dei luoghi degradati e ricolmi di rifiuti stratificati è un dovere e un diritto per ogni cittadino. Pare che ogni intervento sia seguito dalla pioggia, quasi come un aiuto che prosegue la bonifica con il lavaggio dell’area. 
In questi mesi di intervento 400 pneumatici portati via alle campagne e trasformati in pneumofioriere, 200 piantumazioni tra alberi e piante, 60 interventi, quasi uno a settimana e la nascita di sottogruppi multidisciplinari che si occupano di effettuare interventi diversi, dall’innaffiatura delle piante al riciclo dei materiali di rifiuto. Tra i progetti, la nascita del gruppo GEA – Gruppo di Educazione Ambientale, che gratuitamente vuole formare cittadini a differenziare e smaltire consapevolmente i rifiuti. L’iniziativa coinvolgerebbe le scuole, gli oratori, i quartieri. 
Il degrado è certamente frutto di disinformazione. Molti cittadini non conoscono nemmeno l’esistenza delle isole ecologiche. Tra le difficoltà di questo genere di volontariato vi è senz’altro il vandalismo ripetuto nei luoghi bonificati, l’impossibilità di ripulire integralmente, l’ostacolamento degli interventi. 
I miei intervistati mi dicono di essere un gruppo eterogeneo, multiculturale, apartitico. In comune tutti hanno  l’ideale di difesa del creato e il dono della perseveranza.
Dopo l’intervista realizzata in dicembre, dal profilo facebook dell’associazione apprendiamo che domenica 8 febbraio «è nata l’associazione di promozione sociale “puliAMO TERLIZZI”!!! La costituzione è avvenuta (…) al MAT, presso la “Sala Studio gestita dal Collettivo Zebù” (…). Dei 30 soci fondatori, la metà sono donne tenaci e attive sul territorio già da diverso tempo. I fondatori hanno eletto anche il Direttivo: Leda De Vanna, Pietro Pardini, Gianluca Camporeale, Alessandra Amorosini, Franco Pagano, Costanzo Vitariello. Presidente: Francesco Paolo Barile. Dopo le decine di iniziative ed interventi sul territorio, per questo 2015 (…) tanti e ambiziosi progetti. 
Sono aperte le iscrizioni (gratuite), i nuovi soci dovranno versare solo una quota annuale simbolica di € 2,00» (ndr).