Importante nomina per don Luigi de Palma

Resa nota il 16 maggio 2013

Il Santo Padre Francesco ha nominato Membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche il Rev.do Don Cosimo Semeraro, S.D.B., e Segretario del medesimo Pontificio Comitato il Rev.do Mons. Luigi Michele De Palma, del clero della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.

 

Tutta la comunità diocesana esprime compiacimento e congratulazioni per il prestigioso incarico affidato a don Luigi, Archivista diocesano e docente di Storia della Chiesa alla Lateranense.

 

Storia del Pontificio Comitato di Scienze Storiche

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Se l’atto di nascita di questo Dicastero pontificio si pone al 7 aprile 1954 per esplicita decisione di Pio XII, la storia della sua presenza fra gli organismi della Santa Sede ha antecedenti più antichi a questa data. Sul piano ecclesiale, il Comitato ha ereditato una tradizione prestigiosa, quella rappresentata dalla Commissione Cardinalizia per gli studi storici, voluta, quest’ultima, da Leone XIII (con Lettera Apostolica Saepenumero considerantes del 18 agosto 1883) per imprimere un impulso fattivo ‘ nello spirito cattolico ‘ al rinnovamento della ricerca storica, specialmente dopo l’apertura agli studiosi fra il 1879 e il 1880 ‘ dell’Archivio Segreto Vaticano.

Gli eventi bellici rallentarono non poco le iniziative del CISH, ma non si dissolsero nel nulla, anzi ritornarono ad alimentarsi nel 1948 con la ripresa delle sue attività, fino a raggiungere la vigilia del Congresso Internazionale di Roma nel 1955, quando l’adesione della Santa Sede al CISH fu voluta e formalizzata dal Sommo Pontefice Pio XII con la partecipazione ai lavori del Pontificio Comitato di Scienze Storiche appena costituito. Pio XII aveva affidato a Pio Paschini la presidenza; Michele Maccarrone ne era il Segretario, ed inoltre il Papa aveva nominato suoi membri alcuni docenti delle Università pontificie o direttori di importanti istituzioni culturali: Angelo Mercati, Pietro Salmon. Lucien De Bruyne, Ferdinando Antonelli, Pedro de Leturia, Antonio Casamassa e Thomas Kappeli. Il nascente Comitato si poneva quindi in continuità ideale con le linee ispiratrici che avevano fatto muovere i primi passi della Commissione Cardinalizia, ma si trovava ad operare secondo una prospettiva radicalmente rinnovata dal progresso nel frattempo compiuto dalle scienze storiche, che esigeva un rinnovamento altrettanto radicale nel settore della storia ecclesiastica. Un rinnovamento, peraltro, sancito dallo stesso pontefice, il quale, con il suo discorso ai partecipanti del Congresso di Roma, il 7 settembre 1955, aveva segnato l’abbandono della polemica e dell’apologetica ottocentesca e l’accettazione senza riserve della critica storica.

Da allora fino ad oggi, la collaborazione della Santa Sede all’attività e alle iniziative del CISH non ha conosciuto soluzione di continuità e ‘ per comune riconoscimento ‘ si è sempre rivelata proficua ed efficace per il raggiungimento dei suoi fini istituzionali. Fin dalle origini il Pontificio Comitato di Scienze Storiche assolve anche a tutte le funzioni e al ruolo di Sotto-commissione della Santa Sede nella Commission Internationale d’histoire ecclésiastique comparée (CIHEC).

Nei cinquant’anni di vita del Comitato si sono succeduti alla sua presidenza illustri personalità delle scienze storiche ecclesiastiche: Pio Paschini (1954 ‘ 1962), Michele Maccarrone (1963 ‘ 1989), Victor Saxer (1989 ‘ 1998) e dal 1998 Walter Brandmüller. Così pure si sono susseguiti i Segretari: Michele Maccarrone (1954 ‘ 1963), Josè Ruysschaert (1963 ‘ l973, Pietro Amato Frutaz (1973 ‘ 1980), Raffaele Farina (1981 ‘ 1989), Vittorino Grossi (1989 ‘ 2002) e dal 2002 Cosimo Semeraro. Quasi una cinquantina sono stati i membri chiamati a far parte del Comitato, prescelti per le loro speciali competenze dalle numerose Università pontificie, ecclesiastiche, cattoliche e civili dei vari continenti (fra questi ricordiamo: Hubert Jedin, Henri-Irenée Marrou, Giulio Battelli, Miguel Batllori, Angelo Mercati, David Knowles).

L’attività del Comitato è stata molteplice e si è differenziata nel corso dei decenni. Innumerevoli sono le iniziative che hanno segnato mezzo secolo di vita al servizio delle scienze storiche: accanto all’attività di ufficio, fatta di consulenze e di collaborazioni con i vari organismi della Santa Sede, l’opera del Comitato si caratterizza per la costante attenzione riservata al patrimonio archivistico ecclesiastico, e in misura particolarmente rilevante per gli archivi vaticani. Numerosi sono stati gli appelli indirizzati ai Pontefici (Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II) allo scopo di consentire una maggiore e migliore consultazione, da parte degli studiosi, dei fondi archivistici facenti capo alla Santa Sede.

Il contributo del Comitato si è esteso, poi, anche alla cooperazione attuata insieme ad altri enti ed istituzioni ecclesiastiche ed extraecclesiali, soprattutto a livello internazionale. Si pensi non soltanto all’organizzazione dei corsi per l’aggiornamento degli insegnanti di storia ecclesiastica nei Seminari italiani, alla revisione dei dati storici dell’Annuario Pontificio (serie dei Sommi Pontefici, sedi episcopali residenziali e titolari), del Martirologio, di vari documenti conciliari e testi del magistero pontificio, bensì anche alla collaborazione prestata per iniziative scientifiche sovranazionali (UNESCO), per l’aggiornamento dei manuali di storia, per il programma e la realizzazione dei vari congressi storici internazionali.

Il Comitato stesso si è fatto promotore di numerosi congressi, convegni, colloqui, simposi e incontri di studio, il cui apporto storiografico è facilmente riconoscibile ed edito nei volumi della ‘sezione A’ della collana ‘Atti e documenti’ edita presso la Libreria Editrice Vaticana. Per citarne solo qualcuno è opportuno menzionare il convegno sul concilio di Trento (1963) e quello inter-ecclesiale di Bari (1969); i colloqui romani dedicati all’evangelizzazione della Livonia ‘ Lettonia (1986) e della Lituania (1987), il simposio sul Primato del vescovo di Roma nel primo millennio (1989) e sull’idea spirituale di Gerusalemme nel medioevo (2000). Gli incontri bilaterali con l’Istituto di Storia Universale dell’Accademia Russa delle Scienze tenuti a Mosca (1998), Vienna (2001) e S. Pietroburgo (2003). Nonché il recente convegno, dell’autunno 2003, organizzato in occasione del centenario della morte di papa Pecci sul tema ‘Leone XIII e gli studi storici’.

Se non è difficile intuire quale valenza abbia assunto la presenza del Comitato nella compagine internazionale degli studi storici e quale supporto esso abbia offerto al collegamento e allo scambio di conoscenze e di risorse fra le Accademie, gli Istituti di cultura e i vari centri di studio cattolici (agevolando la conquista di spazi fra la cultura mondiale per gli studi di storia ecclesiastica), è doveroso porre in evidenza l’incentivo da esso fornito al dialogo ecumenico. Spesso le sue iniziative hanno consentito il sereno e rispettoso incontro fra cattolici, ortodossi e protestanti, insieme protesi verso la ricerca della verità storica, nella consapevolezza che questa forma di comunione scientifica avrebbe incoraggiato e contribuito al cammino verso l’unità.

Infine il comitato sostiene e stimola con svariati mezzi didattici (stage di studio, bandi di concorso) lo sviluppo dello studio delle discipline umanistiche, in particolare delle lingue classiche (latino e greco), in funzione della necessaria applicazione alla storia; segue con comprensibile dedizione e interesse anche il settore dei manuali di storia.

L’anno Cinquantenario di fondazione del Pontificio Comitato di Scienze Storiche ‘ aperto il 16 aprile 2004 con le celebrazioni nella ‘Sala dei Cento Giorni’ del Palazzo della Cancelleria ‘ ha sicuramente offerto, una importante occasione per far emergere in pieno il contributo fornito dal Comitato alle discipline storiche in questi primi cinque decenni di vita, nel corso dei pontificati della seconda metà del Ventesimo secolo. Il Seminario di studio del 3 e 4 giugno 2005 sul tema ‘Ricerche e questioni aperte di storia del cristianesimo nella seconda metà del Novecento’, svoltosi in chiusura dell’anno giubilare, ha costituito la prima iniziativa del Comitato sotto il pontificato di Benedetto XVI, e quindi una occasione non solo per un bilancio di ciò che è stato fatto, ma anche, e soprattutto, grazie a quanto emerso sul piano scientifico dall’apporto degli studiosi convenuti a questo incontro, per quello che potrà essere il contributo di questa istituzione nel cammino futuro della Chiesa.