Cadere e poi rialzarsi

14 maggio 2017
Interventi vari

Cari ragazzi, vi ringrazio di cuore per avermi incluso nel dibattito su un tema così bello, anche se un po’ difficile: la GIOIA.
Oggi, ci sembra distante dal nostro vivere, quasi irreale.
Ovviamente la penso in modo diverso se l’ho inserito nel mio motto episcopale (“Servire Domino in laetitia”): è un dono del Signore, che si dimostra attraverso gli altri, la vita e se stessi, per come siamo e non per come sembriamo.
È anche una conquista, è il frutto della tenacia, della forza di rialzarsi dopo una caduta.
Bisogna imparare a sopportare le sconfitte, le sofferenze, a convivere con le negazioni che ci ritroviamo sul cammino.
Ho provato questo sulla mia pelle.
Con queste mie parole e la mia esperienza mi rivolgo soprattutto agli adolescenti: cari giovani, non scoraggiatevi se non riuscite ad ottenere qualcosa, si impara anche dalle delusioni, perché la gioia non è un oggetto che si compra a buon mercato. Non abbiate paura dei limiti o degli obblighi che vi impongono i vostri genitori: ricordate che a darvi la gioia non è la quantità delle azioni compiute, ma l’amore e l’umiltà con cui vi mettete a disposizione.
Vorrei che provaste la gioia che si avverte dopo aver sudato e, anche se apparentemente non ne avrete alcun profitto, ci sarà sempre qualcuno pronto a dirvi grazie. Mettetevi a disposizione degli altri, perché c’è più gusto nel dare che nel ricevere, l’ha detto anche Papa Francesco a proposito della Chiesa: preferisce vederla ferita, accidentata, sofferente, perché ha combattuto, perché ha perso sonno, perché si è sporcata la mani e le scarpe per donarsi agli altri.
Ricordate: noi otteniamo gioia nella misura in cui la doniamo.
Vi abbraccio calorosamente e vi auguro di vivere nella più bella letizia del Signore.

+ Don Mimmo Cornacchia, Vescovo

Molfetta
14-05-2017