04-10-2016
Cattedrale di Molfetta, 4 ottobre 2016
«Oggi, festa liturgica di san Francesco dAssisi, Patrono dItalia, vogliamo sentirci più fratelli, più credenti, più umili, per essere più configurati a Gesù Cristo. Ognuno di noi deve vivere la propria fede guardando al Figlio di Dio, a Gesù vivo e vero, per divenirne immagine parlante al mondo e agli uomini di oggi. Il modo di somigliare di più a Cristo è quello di esserlo sulla croce, sullaltare dellamore supremo.
Francesco, come san Paolo, appena ha incontrato Cristo, ha ritenuto una spazzatura tutto ciò che prima poteva essere motivo di vanto! (cfr. Fil 3, 7-8). Essere somiglianti alla persona amata, nel momento della gloria, del successo, di una vita nella sua pienezza , non è difficile! La vera configurazione, sequela e passione per colui che amiamo, si nota e si sperimenta nella fatica e nella sofferenza.
Il Poverello dAssisi è andato oltre, al di là delleffimero e del passeggero: Tantè il bene che maspetto, che ogni pena mè diletto!!!. Questa è la Sapienza Crucis,che diventa Sapienza Lucis! Ciò che per noi è sconfitta, perdita, impresa vana , agli occhi del Signore è vittoria, rinascita.
Per tale ragione, nostro Signore Gesù, loda Dio Padre: queste cose le hai nascoste ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. [ ] Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza (Mt 11, 25 ss.).
Carissimi, siamo qui riuniti dalla fede, nel primo anniversario della morte del carissimo don Mimmo Amato (già Vicario Generale e Amministratore Diocesano). Egli sarà amato per sempre, da noi e dalla Chiesa che ha servito, ascoltato, incoraggiato, sostenuto e guidato in tempi di afflizione e di buio.
La nostra preghiera ci sostiene e con SantAgostino diciamo: Signore, non piangiamo più perché ce lhai tolto, ma ti ringraziamo perché ce lo hai donato.
Grazie don Mimmo per la tua umanità, vero sacramento-segno dellamore di Gesù tra noi; per la tua preparazione e profondità intellettuale e teologica; per la tua simpatia, per il tuo umorismo, per la parola giusta, incoraggiante e luminosa. Da te, caro don Mimmo, abbiamo imparato la coerenza, la fedeltà e la fiducia nella Chiesa. Tu non amavi le mezze misure!
Un grazie particolare alla tua famiglia.
Al Signore affidiamo i nostri pastori: mons. Tonino, mons. Luigi e don Mimmo. Essi intercedono per noi e la nostra chiesa diocesana.
Così sia!»
don Mimmo Cornacchia
Vescovo
«Oggi, festa liturgica di san Francesco dAssisi, Patrono dItalia, vogliamo sentirci più fratelli, più credenti, più umili, per essere più configurati a Gesù Cristo. Ognuno di noi deve vivere la propria fede guardando al Figlio di Dio, a Gesù vivo e vero, per divenirne immagine parlante al mondo e agli uomini di oggi. Il modo di somigliare di più a Cristo è quello di esserlo sulla croce, sullaltare dellamore supremo.
Francesco, come san Paolo, appena ha incontrato Cristo, ha ritenuto una spazzatura tutto ciò che prima poteva essere motivo di vanto! (cfr. Fil 3, 7-8). Essere somiglianti alla persona amata, nel momento della gloria, del successo, di una vita nella sua pienezza , non è difficile! La vera configurazione, sequela e passione per colui che amiamo, si nota e si sperimenta nella fatica e nella sofferenza.
Il Poverello dAssisi è andato oltre, al di là delleffimero e del passeggero: Tantè il bene che maspetto, che ogni pena mè diletto!!!. Questa è la Sapienza Crucis,che diventa Sapienza Lucis! Ciò che per noi è sconfitta, perdita, impresa vana , agli occhi del Signore è vittoria, rinascita.
Per tale ragione, nostro Signore Gesù, loda Dio Padre: queste cose le hai nascoste ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. [ ] Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza (Mt 11, 25 ss.).
Carissimi, siamo qui riuniti dalla fede, nel primo anniversario della morte del carissimo don Mimmo Amato (già Vicario Generale e Amministratore Diocesano). Egli sarà amato per sempre, da noi e dalla Chiesa che ha servito, ascoltato, incoraggiato, sostenuto e guidato in tempi di afflizione e di buio.
La nostra preghiera ci sostiene e con SantAgostino diciamo: Signore, non piangiamo più perché ce lhai tolto, ma ti ringraziamo perché ce lo hai donato.
Grazie don Mimmo per la tua umanità, vero sacramento-segno dellamore di Gesù tra noi; per la tua preparazione e profondità intellettuale e teologica; per la tua simpatia, per il tuo umorismo, per la parola giusta, incoraggiante e luminosa. Da te, caro don Mimmo, abbiamo imparato la coerenza, la fedeltà e la fiducia nella Chiesa. Tu non amavi le mezze misure!
Un grazie particolare alla tua famiglia.
Al Signore affidiamo i nostri pastori: mons. Tonino, mons. Luigi e don Mimmo. Essi intercedono per noi e la nostra chiesa diocesana.
Così sia!»
don Mimmo Cornacchia
Vescovo
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