Omelia per la festa della Madonna dei Martiri

Molfetta, Basilica Madonna dei Martiri, 8 settembre 2017
08-09-2017

Carissimi fratelli e sorelle, sacerdoti, Comunità dei Frati Minori custodi della Basilica, diaconi, seminaristi, autorità civili e militari, presidente e componenti del Comitato Feste patronali, fedeli tutti, siamo in festa intorno a Maria che veneriamo con il titolo di Madonna dei Martiri.
Abbiamo ascoltato il brano di San Luca che ci invita a considerare come Dio si rivela ai semplici, a coloro che hanno pazienza, a quelli che non dicono “ormai, sono vecchio, non sono io il fortunato per incontrarmi con il Signore che viene”. Simeone, “uomo giusto e timorato di Dio” (Lc 2, 25), non si rassegna, non si scoraggia ma, semplicemente, “attende”. Attendere infatti è l’infinito del verbo amare. Se amo una persona, anche se sta arrivando con ritardo, non vado a dormire, ma veglio, magari con ansia ed apprensione! Così gli umili e i semplici, con stupore, sanno attendere e riconoscere Gesù che viene.
La fede in Dio fa ritenere con certezza, al vecchio Simeone, che non morirà senza aver veduto prima il Messia! Egli si lascia sostenere dallo Spirito e solo così riesce a riconoscere, tra la folla e gli altri bimbi, proprio Gesù il Salvatore. “Simeone” vuol dire “Dio ha ascoltato”. Quindi egli è “l’uomo che ascolta la parola di Dio” ed è “giusto e pio”. Ecco chi vede Dio: colui che sa ascoltare ed attendere! Noi celebriamo oggi la festa della Città: la Festa della Madonna dei Martiri.
Sono i martiri della fede. Sono coloro che con la vita hanno difeso la loro fede in Dio e nei valori eterni.
Circa quindici giorni fa, con una trentina di giovani preti e seminaristi di Teologia della nostra Diocesi, siamo andati in Albania, terra in cui scorre ancora il fiume di sangue di coloro che la Chiesa ha proclamato recentemente Beati. Essi, vittime del Comunismo di Stato, sono andati incontro alla morte fisica per non essere privati della vita senza fine. Sono trascorsi solo pochi decenni da queste eroiche testimonianze di fede.
Miei cari, Maria ci insegna che la fede, coniugata con la pazienza e la perseveranza, ripaga sempre e non delude.
Chiediamo la forza e l’audacia del santo vecchio Simeone. Come lui, apriamo le porte delle nostre case e di nostri cuori, per accogliere Gesù che bussa, che implora affetto e calore umano. Anche noi spalanchiamo le braccia per offrire, testimoniare e donare al mondo Gesù, la luce vera che illumina e non acceca!
La nascita del Salvatore chiede a Maria di farsi carico dei gemiti dell’intera umanità. La mamma soffre quando i figli sono nella necessità, così pure lei è nella letizia quando essi sono tra le sue braccia.
Gesù è “la luce che illumina tutte le genti” (Lc 2, 32), dice Simeone. Carissimi, ecco il nostro compito: essere diffusori di luce, quindi, testimoni di verità, di carità, di trasparenza e di coerenza!
Le tenebre invece, sono la morte della luce. Le tenebre sono il male che dobbiamo sconfiggere, la zizzania che non potrà mai soffocare il buon grano dell’amore e della vita!
Maria interceda per la nostra Città di Molfetta e per l’intera Diocesi. Preghiamo affinché si faccia strada la pacifica convivenza e la serena prosperità, frutto di lavoro e di sicurezza.
In questa celebrazione vogliamo pregare e ricordare i nostri concittadini sparsi nel mondo che, insieme a noi, festeggiano la Madonna dei Martiri. Su tutti scenda la benedizione del Signore e la protezione della Vergine dei Martiri e così sia!

+ don Mimmo Cornacchia, Vescovo