Omelia per l’ordinazione diaconale di Antonio Cipriani

Terlizzi, Concattedrale, 29 settembre 2017
29-09-2017

Cari fratelli e sorelle, sacerdoti, diaconi, consacrati, autorità civili e militari, auguri per la Solennità di San Michele Arcangelo. Oggi la festa è doppia perché un nostro figlio, Antonio Cipriani, dopo il lungo periodo di formazione e di discernimento spirituale, viene a far parte della Comunità ecclesiale, con l’Ordine del Diaconato. Siamo nella gioia e nella certezza che il Signore ama la nostra terra e la nostra Chiesa. In un’epoca in cui abbiamo perso dei significativi punti di riferimento, la fede, la Chiesa e i suoi rappresentanti ci richiamano fortemente a quelle realtà
ancora valide e assai necessarie alla nostra vita.
Il Buon Dio ha inviato, di tanto in tanto, dei suoi messaggeri umani e spirituali proprio per correggere la rotta di navigazione della vita degli uomini. L’uomo, che non esiste per sua volontà o in virtù delle sue capacità, nella misura in cui si fida del suo Creatore e Salvatore, ha la possibilità-certezza di valicare le alture insormontabili delle povertà e della miseria umana.
Ancora oggi il Signore non disdegna di inviarci dei mediatori qualificati tra- mite i quali affidare il messaggio di salvezza ad ogni uomo. Non è forse vero che a volte, per designare una persona che funge da portatore di una buona notizia la chiamiamo “angelo”?
Proviamo a far in modo che ciò si dica anche di noi! Nella misura in cui affiniamo le nostre antenne spirituali, potremo essere fedeli trasmettitori del messaggio divino! Occorre avere familiarità, dimestichezza con il linguaggio di Dio, per avere autorevolezza e credibilità presso i nostri fratelli!
San Michele significa “chi come Dio?”, è colui che insorge contro i nemici di Dio; è il vincitore per eccellenza di tutte le battaglie. Egli è posto a difesa dei giusti e che sfida il potere del male nascosto nel cuore dell’uomo. Questa è la nostra vocazione: essere i testimoni dell’onnipotenza divina! Con Dio dalla nostra parte, diventiamo invincibili!
Quale migliore coincidenza poteva mai esserci perché il giovane Antonio potesse ricevere l’Ordine del Diaconato? Cosa vuol dire essere diacono?
Egli non è un prete mancato o un mezzo prete, ma uno che, in questo caso, si sta preparando ad esserlo. Il giovane, con l’Ordine del Diaconato entra a far parte della famiglia del presbiterio diocesano; assume l’impegno della recita quotidiana della Liturgia delle Ore; ha facoltà di predicare, di amministrare il sacramento del Battesimo, di benedire le nozze; di assistere gli ammalati con il Viatico, di amministrare la Santa Comunione; di esercitare il servizio della diakonia all’altare, assistendo il sacerdote e il Vescovo. Il diacono infine, fa promessa di vivere nel celibato, la castità del proprio cuore e del proprio corpo, come condizione permanente di amore totale, irreversibile e gioioso.
Quindi, con l’ordinazione diaconale Antonio non fa altro che prolungare quanto ha fatto Gesù nell’Ultima Cena. Il Vangelo dice che: “Gesù, si alzò da tavola, depose le vesti, preso un asciugatoio se lo cinse; mise quindi dell’acqua nel lavabo e cominciò a lavare i piedi dei suoi discepoli” (Gv 13, 4-6). Gli studiosi dei testi sacri dicono che quel verbo cominciò fa intendere un’azione che ebbe inizio nel Cenacolo, ma che continua ancora oggi.
Carissimo Antonio, tu sei quel tramite, di cui il Signore deve servirsi, affinché vengano lavati i piedi dei più poveri; vengano asciugate le lacrime di coloro che piangono le loro sciagure e siano rimessi in piedi quanti sono schiacciati dal peso della fedeltà, della coerenza e della gioia di vivere.
Coraggio, carissimo Antonio, la Chiesa ti accoglie, ti incoraggia oggi e sempre. Un tale ha scritto: “La vita è la più bella avventura…, ma solo chi sceglie il mare aperto, la scopre” (G.K. Chesterton).
Esci dal piccolo porto dei tuoi progetti; vinci le correnti avverse delle tue paure e dei tuoi timori; apri le vele della tua vita interiore al vento dello Spirito; esci nel mare immenso del cuore di Gesù e, come Pietro, rimarrai stupito dell’abbondanza della pesca!
Santa Maria di Sovereto, gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, ti sostengano e ti incoraggino sempre!
Così sia!

+ don Mimmo Cornacchia, Vescovo