Anche Cristo e la Chiesa sono uno stereotipo? Accettiamo supinamente che ci dicano che predichiamo e testimoniamo stereotipi?

di Giovanni de Nicolo

Passando davanti a un manifesto affisso vicino alla fermata del pullman, a terlizzi, leggo distrattamente queste parole: “Contrastare gli stereotipi di genere“. Si trattava del titolo di una conferenza. Purtroppo non ho potuto ascoltare quanto è stato detto, perché l’ho saputo dopo l’evento. Rimango colpito dal linguaggio, che mi è nuovo e difficile. Mi chiedo cosa avranno percepito altri passanti che hanno letto. Tutti quelli cui chiedo non sanno nulla.
Ripensando alla frase letta, mi accorgo che dietro quelle poche parole c’è un mondo che contiene un’idea di uomo totalmente diversa da quella che siamo abituati ad avere. La parola “stereotipi” fa pensare a qualcosa di ripetuto in modo eccessivamente rigido e semplificato, come anchilosato e non sviluppato. Comprendere il termine “genere” mi risulta impegnativo, dato il grande ventaglio semantico che presenta.
Trovo utile questa definizione: “Insieme di cose o di persone aventi caratteristiche fondamentali comuni”.
Leggendo e approfondendo l’argomento su internet, mi accorgo che dietro tale terminologia c’è la realtà dell’uomo (anthropos), che risulta essere uomo (aner) e donna (gune) in base alla sua identità sessuale. Mi informo e alla fine mi rendo conto della rivoluzione antropologica che sta subdolamente arrivando da noi. Una sorta di battaglia ideologica, che inizia dalla scuola per l’infanzia e ha per oggetto l’identità sessuale, relativamente dipendente da quella genetica, biologica e fisica. Essa si determina in conformità a ciò che io sento di essere in un dato momento. Ripensando alla frase letta, si tratta di “contrastare”, perciò di condurre una lotta contro le forme convenzionali del “maschile” e del “femminile”, il primo concepito in un certo modo e il secondo in un altro, con riferimento alla famiglia per esempio: padre, madre, fratello, sorella. Scopro che dietro questo linguaggio c’è la teoria del gender. “I sostenitori del gender affermano che maschi e femmine si nasce per una differenza sessuale, ma uomini e donne si diventa per scelta”.
Sono a Bari, pochi giorni dopo, e leggo, presso il Comune, questi titoli: “Omofobia non a casa mia” e “Saranno affrontate tematiche relative agli stereotipi sessuali”. Anche qui cerco di comprendere i termini, ma la parola “omofobia” non vuol proprio saperne di farsi comprendere. Dal greco significa paura dell’uguale. Non mi dice nulla e rimango incerto sul significato. La frase non mi dice nulla. Dopo il titolo, c’era un lungo programma di iniziative. Possibile che per nulla si scrivesse un programma così lungo?
In realtà non sembra che ci siano mai state recentemente situazioni di intolleranza o di rifiuto. Sembra tuttavia necessaria, secondo me, una battaglia culturale rispetto all’”alcool”, al “gioco”, alla “illegalità”, che provocano molti drammi umani e rovinano le famiglie. Mi sarebbe piaciuto leggere su quel manifesto qualcosa che riguardasse la persecuzione in atto contro i cristiani in Oriente e non solo.
Scopro che la parola “stereotipo” deriva dal Parlamento Europeo, che ha emanato la sua Risoluzione del 12 marzo 2013, sull'eliminazione degli stereotipi di genere nell'Unione europea. Certo è che, con un linguaggio derivato dal costruzionismo sociale e dal de-costruzionismo derridiano, e con motivazioni apparentemente giuste, si vorrebbe legalmente imporre, con l’aiuto di potenti canali culturali, una concezione totalmente nuova  dell‘uomo.
Se leggiamo le parole dette dal Card. Bagnasco all’Assemblea generale della Cei di maggio, troviamo che i vescovi mettono in guardia dalla cosiddetta teoria del genere “che si sta diffondendo in modo subdolo soprattutto nelle scuole e che coinvolge l’impostazione generale del senso della vita, della sessualità e dell’amore”. I vescovi parlano, a tal proposito, di una “deriva antropologica, culturale e sociale”. Papa Francesco ha affermato anche che “la teoria del gender è uno sbaglio della mente umana”.
Si può considerare, aggiungerei, l’ennesimo tentativo di abbattere la Chiesa Cattolica da parte di lobby mondiali invisibili, attraverso la contestazione della “famiglia fondata sulla dualità originaria della creatura umana, creata da Dio maschio e femmina”, chiamati ad essere “una sola carne” e segno dell’amore di Cristo e della Chiesa.