Il tuo volto, Signore, io cerco

di Massimiliano Fasciano

Spontanee sono nate dal cuore, queste parole, o forse automatiche, abituato a recitarle nel salmo 26. 
Ti contemplavo, ti ammiravo, ti cercavo e riflettevo sul crocifisso di san Damiano e nella statua della Madonna di Loreto, durante il passaggio nella nostra diocesi dei simboli della prossima Giornata Mondiale della Gioventù.
Questi due simboli, in un itinerario che sta toccando tutte le diocesi di Italia, pieni di confidenze e preghiere di tanti uomini e donne, hanno solcato le strade della città di Terlizzi, la comunità francescana di casa Betania, sono stati vegliati nella chiesa dei Cappuccini e hanno donato speranza ai giovani ospiti della comunità CASA “don Tonino Bello” in Ruvo. 
Col Sì di Maria, pronunciato nella Santa Casa di Nazareth, custodita – secondo la tradizione – a Loreto, e l’invito a riparare la Sua casa, quella di San Damiano come ogni altra casa fisica e spirituale, anche il mio aderire a Dio, si è arricchito di un desiderio: cercare il tuo volto! 
Ti cerco di qua e di là, ma in realtà voglio misericordia, benevolenza e protezione, mentre mi affanno a studiare le strategie migliori per trovarti. Cercare il tuo volto è un desiderio! Lo è per ogni uomo che desidera capirti, scorgerti e vederti nelle vicende della propria vita. Lo è perché è sinonimo di familiarità, fa sentire nella santa Casa, nel tuo Santo tempio, tra gli affetti più intimi, amati e voluti… Ma cercare è anche un po’, come suggerito a san Francesco, fare ordine, darsi delle priorità, focalizzarsi sull’essenziale, imporsi delle scelte, è quindi fatica.
“Di te ha detto il mio cuore: Cercate il suo volto”, ci ricorda l’autore del salmo e mentre mi ostino a trovare la radice di questo traguardo, scopro che è Dio stesso ad aver posto in me il Suo desiderio di cercarlo. Cercarti non sarà paragonabile mai a nessuna amicizia, senza la speranza dell’essere esauditi.
Mangiate, bevete, prendete, assumete la mia vita – mi ricordi in ogni Eucarestia – e allora ogni mia ricerca di Te non può che cominciare e terminare in quel pane eucaristico, forma del tuo volto misericordioso e di Amore.