Parrocchia Missionaria. Chiesa che vive in mezzo alle case dei suoi figli. è la lettera pastorale con la quale il vescovo apre ufficialmente la seconda stagione della Visita Pastorale indetta l’8 dicembre 2018 e che interesserà le 36 parrocchie della nostra Diocesi, in un arco di tempo compreso tra ottobre 2019 e febbraio 2021. Un cammino che il Vescovo auspica possa essere ispirato da San Paolo, “vera icona della Chiesa in uscita”.
Titolo e sottotitolo della lettera, in maniera efficacemente sintetica, ne manifestano le finalità programmatiche.
Centro dell’attenzione del nostro Pastore sarà la parrocchia, questa importante “porzione della Chiesa locale che vive tra le case dei suoi figli e che, rimanendo in contatto con le famiglie e con la vita del popolo, può e deve diventare un’esperienza importante di evangelizzazione e missionarietà per (…) riproporre il messaggio fondamentale della nostra fede: Gesù Cristo, crocifisso e risorto, è l’unica salvezza del mondo”.
Un messaggio che per essere rilanciato con forza e credibilità deve passare attraverso una conversione missionaria delle nostre comunità ecclesiali, portando ciascun battezzato, in quanto tale, cioè in virtù di questo Sacramento, a rendere visibile Gesù attraverso una prossimità fatta di attenzione, ascolto, cura, gesti e parole d’amore.
Siamo chiamati non solo a custodire Gesù ma ad essere un alter Christus, imitando il Maestro soprattutto nello stile con cui Egli, sensibile e attento alle necessità e ai bisogni del prossimo, sapeva calibrarne il passo, accompagnando con l’ascolto, con la sospensione del giudizio, ma pronto a congedarsi con parole capaci di illuminare, come folgori, menti confuse e risanare, come balsami, animi feriti e lacerati.
La parrocchia svolge dunque un ruolo fondamentale in questa missione perché non si può annunciare il Vangelo da soli. Essa, inoltre, deve armonizzare la propria programmazione con la progettazione pastorale della diocesi che ne orienta obiettivi e finalità, affinché appaia evidente a tutte le componenti della comunità ecclesiale che sono “membra di un corpo che è la Chiesa e il cui Capo è Cristo”. Diversamente, in assenza, cioè, di tale “comunione ecclesiale”, risulterebbe bloccata l’azione missionaria nel territorio parrocchiale. Il Vescovo ci esorta, inoltre, a guardarci da altri pericoli che possano rendere inefficace l’annuncio del Vangelo, come quello di una sua clericalizzazione o, al contrario, di una eccessiva laicizzazione, così come paventa la mancanza, nell’azione pastorale parrocchiale, di un sapiente equilibrio tra “attenzione alle forme di culto legate alle devozioni popolari e azione evangelizzatrice”.
Quali, dunque, le prospettive pastorali da cui deve trarre rinnovato slancio e spessore la conversione pastorale, aperta alla comunione missionaria? La risposta il Vescovo ce la offre attraverso le parole di don Tonino Bello il quale, in una riflessione sull’identità della parrocchia, definiva la stessa come il quartier generale in cui si elaborano i progetti per una migliore qualità della vita, dove i problemi dell’esistenza non si stemperano, ma possono trovare soluzione nella solidarietà e nel reciproco aiuto. La con-versione si attua anche facendo “memoria e-versiva della Parola di Dio”.
Ripartire da Cristo è, dunque, la prospettiva entro cui deve agire il cristiano che, con la conversione, torna a Cristo e a riconoscere la Sua centralità nella propria vita ma, lungi dal custodirlo gelosamente, si abbandona alla forza centripeta della e-versione, cioè alla volontà di volgersi fuori, di decentrarsi per andare, con premura e sollecitudine, incontro al fratello.
Il Vescovo indica, quindi, una serie di scelte programmatiche per tradure in concreta operatività gli orientamenti suggeriti dalla lettera pastorale, auspicando un’azione pastorale parrocchiale fondata sulla corresponsabilità e sulla valorizzazione degli organismi di partecipazione ecclesiale.
Nella conclusione, il Vescovo esprime il desiderio di mettere il tempo della Visita Pastorale nelle Parrocchie della Diocesi, sotto la protezione di due grandi santi: il Santo Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney, proclamato patrono dei parroci per l’impegno ministeriale profuso per il bene dei suoi parrocchiani e per aver dedicato l’intera vita a “conoscere, amare e servire Dio”. La seconda è Santa Teresa di Gesù Bambino, Patrona Universale delle missioni e poi, Dottore della Chiesa, che sentì fortissima dentro di sé la vocazione all’amore, al punto che, in una delle sue più belle pagine, dichiarerà: “Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’amore”.
Molto intensa e ricca di suggestioni è la preghiera, composta per la circostanza, con cui il Vescovo, invocando il Signore Gesù, chiede di accompagnare il tempo della Visita Pastorale.
Anna Piscitelli (da Luce e Vita n.31 del 29 settembre 2019)
Le copie della lettera pastorale sono disponibili nelle parrocchie.
L’immagine di copertina della lettera pastorale, mutuata da un’idea presente in rete: una Chiesa leggera, trasparente, che si illumina e illumina della croce di Cristo in mezzo alle strade delle nostre città, tra chiese e case, sostenuta da mani e cuori giovani.
a cura dell’Ufficio Comunicazioni sociali