Gli eventi di violenza operata dai più giovani a danno dei loro coetanei, registrati recentemente nelle città della nostra diocesi, ci rattristano profondamente ma ci permettono anche di fare una riflessione.
L’adolescenza è un periodo di vita complesso, dove l’essere è così facilmente malleabile che ogni esperienza vissuta, ogni persona con cui ci si relaziona, ogni stimolo a cui si è esposti, lascia una traccia indelebile che definisce la persona nella sua crescita. È però anche un momento in cui si avverte più forte la spinta di affermarsi. La necessità di raccontarsi, di esporre con trasparenza e coraggio i propri sogni, le paure e le difficoltà può scontrarsi, a volte, con l’inadeguatezza del mondo esterno di ascoltare e pertanto questa voglia di affermarsi può manifestarsi in forme diverse, tra le quali la violenza.
Crediamo fortemente nell’importanza del dialogo e del confronto costruttivo e sentiamo l’urgenza, come Associazione che ha a cuore la formazione e la crescita umana e spirituale dei ragazzi, di creare spazi e occasioni di ascolto in cui i più giovani possano sentirsi accolti e liberi di esprimersi, ma anche accompagnati.
Crediamo fortemente nella sensibilità, nell’intelligenza dei più giovani e nella loro capacità di comprendere, soprattutto in questi momenti, quanto grande sia la loro responsabilità nell’adottare, nell’incontro con l’altro, un linguaggio fatto di tolleranza e di rispetto, seguendo l’invito di Papa Francesco: “Siate artigiani di pace intorno a voi e dentro di voi; ambasciatori di pace, affinché il mondo riscopra la bellezza dell’amore, del vivere insieme, della fraternità, della solidarietà”.
L’auspicio più grande è che le strade delle nostre città non siano più teatro di paura, di indifferenza e di violenza, ma di una comunità cittadina che si incontri e si prenda cura dei suoi membri.
La presidenza diocesana