Canonico Francesco Paolo Confreda

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CANONICO FRANCESCO CONFREDA

(Terlizzi, 1489 – 1750)

Sacerdote

15 dicembre

 

Poche, e alcune imprecise e di scarso valore storico, sono le notizie biografiche pervenute sul Canonico Francesco Paolo Confreda. Infatti, nel libro «La nobile e santa figura di Padre Confreda» Mons. Gaetano Valente (Terlizzi, 27 settembre 1919 – Terlizzi, 19 gennaio 2013) afferma che le notizie più certe e veritiere del Canonico possono essere recuperate dall’Arciprete curato D. Angiolo Laghezza: «Fedele e preciso è nel tramandarci moltissime memorie contemporanee, scritte con molta cura sopra i Registri parrocchiali, che egli stesso riordinò sistemandoli in volumi “a conforto – egli dice – dei miei successori».

 

Nato a Terlizzi il 22 ottobre 1693 dalla nobile e ricca famiglia Confreda oggi scomparsa, Francesco Paolo decise molto giovane di consacrarsi e accedere all’ordine sacro, spinto dal desiderio di guidare il Popolo di Dio verso la salvezza e alla conoscenza della Parola di Dio. Secondo alcune testimonianze, al tramonto, a ridosso della recita dei Vespri, si aggirava per le strade invitando coloro che incontrava a recitare il Santo Rosario.

Visitava con ogni premura i malati e li preparava anche ad accogliere la morte con il Sacramento dell’Unzione degli Infermi. Si racconta che, in alcuni casi, una sua benedizione o il semplice tocco delle sue mani, avesse restituito la salute agli infermi.

 

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Lapide / Epigrafe collocata nella Chiesa del Purgatorio (Terlizzi), che ricopriva il vecchio sepolcro nell’antica Cattedrale

Al cantore Confreda si deva la costruzione della Chiesa di Sant’Ignazio, edificata a sue spese, e la fondazione della Confraternita della Presentazione di Maria Vergine, più nota con il nome di San Gioacchino, Santo di cui canonico era devotissimo. Infatti, esortava con queste parole i poveri, i moribondi, i suoi figli spirituali, infondendo loro fede e speranza: «Pregate San Gioacchino, raccomandatevi a San Gioacchino, egli vi aiuterà, vi guarirà».

Questo è quanto testimonia l’Arciprete Angelo Laghezza, discepolo di Padre Confreda, vissuto nella seconda metà del secolo XVIII: «Così correggeva i peccatori quell’anima Santa di Confreda, e quando vedeva la di loro ostinazione rispondendo, si inginocchiava e li diceva: Figlio, salvati l’anima che costa sangue e morte di Croce, per metterti in salvo l’anima: emendatevi, confessatevi, cercate di cuore perdono a Dio, e della vostra conversione si farà festa in Paradiso».

 

Colpito da idropisia e da cancrena alle gambe, dopo cinque giorni di sofferenze, sopportate con pazienza e nella preghiera, stringendo al petto il Crocifisso, è morto il 15 dicembre 1750.

Secondo le cronache dell’epoca, i suoi funerali furono molto partecipati, in particolare da poveri e bambini, che lo consideravano un vero e proprio padre, e da molte persone accorse dai paesi vicini.

Subito dopo la morte, alcuni episodi di guarigione sono stati attribuiti dal popolo all’intercessione del sacerdote, mediante le reliquie del suo corpo e degli oggetti che gli appartenevano.

 

Quando nel 1782 fu demolita l’antica Cattedrale, si procedette alla riesumazione della salma del cantore Confreda per trasferirla nella chiesa del Purgatorio, ma la stessa fu ritrovata integra. Questo è quanto afferma l’Architetto Michele Gargano nel suo libro “Terlizzi. Le chiese, i conditori e il cimitero di Santa Maria delle Grazie”, parlando della Colleggiata di San Michele: «Quando il sacro compendio della Chiesa Colleggiata fu improvvisamente distrutto,  i resti dei fedeli defunti furono riesumati e portati nelle altre chiese e di essi se ne perdettero le tracce, tranne che per Padre Confreda,  ritrovato intatto a trentadue anni dalla sua morte. Per lui, che fu per Terlizzi un misto tra S. Filippo Neri e S. Ignazio di Loyola, si scolpì una lapide a ricordo nella Chiesa del Purgatorio, dove fu di nuovo sepolto accanto all’altare della Natività di Corrado Giaquinto».

La devozione popolare verso il santo sacerdote si è, purtroppo, spenta con il passare dei secoli.

 

PREGHIERA PER LA GLORIFICAZIONE DI PADRE FRANCESCO PAOLO CONFREDA

O Dio, che manifesti la tua gloria e la tua bontà per mezzo di chi ti ama e fedelmente ti serve, glorifica il tuo fedele ministro e sacerdote Francesco Paolo Confreda, che, nel servire le anime ha profuso il tuo amore, e, in spirito di umiltà, ha sempre cercato la tua gloria. Volgi, o Dio, il tuo sguardo su di me e concedimi, per intercessione del tuo servo fedele, Padre Francesco Paolo Confreda, la grazia di cui ho tanto bisogno. 

Fa che, attratto dal tuo amore, possa, come il tuo servo, donarmi alle anime e cercare la tua gloria nel servizio verso i fratelli.

Ti chiedo ancora, Signore, se è tua volontà, di glorificare anche in terra il tuo fedele e zelante sacerdote.

Amen.

 


Fonti:
Pagina “Francesco Paolo Confreda Canonico Cantore”