Mentre accogliamo con grande interesse la nuova l’enciclica di papa Francesco, dal titolo evocativo Laudato si’, si apre per noi il tempo estivo durante il quale si guarda al meritato riposo delle vacanze, ma anche a momenti di riflessione e di elaborazione di idee in vista della programmazione del prossimo anno pastorale.
Prima, però, appare utile dare uno sguardo all’anno pastorale che volge al termine e che è stato vissuto all’insegna dell’educazione alla carità, sulla scorta della lettera pastorale E si prese cura di lui, ovvero della parabola del Buon Samaritano.
In generale e in rapida sintesi si potrebbe dire che ci sia stata buona accoglienza della Lettera; essa è stata oggetto di riflessione comune nelle parrocchie e nei vari gruppi associativi. La riflessione poi si è significativamente tradotta in prassi operativa e in percorsi di “pedagogia dei fatti”.
In termini di bilancio, perciò, potremmo essere abbastanza soddisfatti. Tuttavia, si avverte l’esigenza di dare maggiore continuità e costanza al nostro impegno verso le “periferie esistenziali” e le “nuove povertà” che continuamente interpellano le coscienze di tutti.
La scuola della carità, che ha la sua magna carta nel Vangelo, è insostituibile in un mondo ancora pieno di squilibri socio-economici che producono sofferenza, disagi e fughe verso l’ignoto di intere regioni della terra. Una direzione di marcia ce la dà papa Francesco, quando afferma che bisogna passare dalla globalizzazione dell’indifferenza a quella della solidarietà.
Nelle immediate prospettive del piano pastorale della CEI si pone il Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, a novembre prossimo, il cui tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo potrebbe suonare un po’ accademico e lontano dal vissuto della gente. In realtà è quanto mai concreto e vicino, anzi urgente. Si impone, infatti, oggi più che mai, la gravità della “questione antropologica”, che attiene proprio all’identità dell’umano. Prenderne atto con realismo e fiducia alla luce di Gesù Cristo, nel quale risplende la pienezza dell’umano, è per noi credenti un modo per essere “sale e luce”, samaritani amorevoli e responsabili nel nostro tempo.