Don Ciccio Savino, vescovo a Cassano all’Jonio. “Chi vuol capire capisca”

di Teresa Berardi*

Il 28 febbraio le campane del Santuario SS. Medici di Bitonto hanno suonato a festa per venti minuti. Il Signore ha scelto un nuovo vescovo e papa Francesco lo ha nominato. Ha scelto un parroco di paese, distintosi sempre per il suo amore verso Gesù, per l’attivismo e dedizione al prossimo. Il cardinal Carlo Maria Martini dice che il Vangelo del giorno deve interrogarci e stimolarci nella consapevolezza che, “se la liturgia oggi ci propone questo Vangelo è perché ha qualcosa da dirci”. 
Il Vangelo del 28 febbraio, tratto da Matteo, parla proprio dell’amore per il prossimo, sia esso il tuo amico, sia esso il tuo nemico. Il sacerdote è l’emblema dell’amore per il prossimo, colui che si fa dono per essere come Gesù tra noi. 
Per 26 anni don Ciccio ha guidato una comunità alla sequela di Gesù, realizzando numerose opere che hanno fatto del Santuario un ospedale da campo e della comunità una realtà aperta e accogliente verso lo sfiduciato, l’abbandonato e il bisognoso. Ha donato sempre un sorriso, una speranza e tante volte aiuti concreti. Don Ciccio è stato il promotore e ideatore della Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano”. Vorrei solo elencare le attività svolte da tale fondazione: Premio Nazionale di Medicina SS. Medici voluto ed istituito da mons. Aurelio Marena, Servizio Mensa, Ambulatorio, Servizio Guardaroba, Lavanderia e Stireria, Centro d’Ascolto, Casa di Accoglienza “Xenia”, Associazione Famiglie Tossicodipendenti, Centro Sportivo Pastorale, Casa Alloggio “Raggio di Sole”, Centro Pilota di Telemedicina, Unità di Strada “Volti d’Ebano, Servizio di Check-Up Oncologico, Centro Oncologico per Malati Terminali di Cancro Hospice “Aurelio Marena”, Casa “Un tetto per tutti”. 
Noi parrocchiani abbiamo visto, in questi anni, code interminabili di persone attendere nei corridoi del Santuario, fino a sera, per parlare con don Ciccio e abbiamo visto il volto sfigurato dalla stanchezza del nostro parroco che ha cercato di non negarsi ad alcuno, di alleviare le sofferenze dell’anima e di garantire una vita dignitosa a tutti. Ha cercato sì, perché il parroco non ha il rimedio a tutto, non è provvisto di bacchetta magica, ma è un uomo che si adopera per tutti e non sempre può trovare la soluzione. Don Ciccio ha percorso segmenti della sua vita con sacerdoti e uomini santi che gli hanno sempre trasmesso l’amore per nostro Padre e sono stati sempre testimoni esemplari del Vangelo. Grande è stata la sua gioia quando una persona molto vicina a don Tonino Bello gli ha regalato il suo zucchetto. 
Il Signore lo ha scelto e lui ha umilmente risposto con un sì. Non sapeva, forse, quanto sarebbe stato doloroso lasciare tutti coloro che in questi 26 anni lo hanno sostenuto, consolato, fortificato. Il pianto dei collaboratori, la presenza continua e numerosa di chi in questi giorni si stringe intorno a lui per salutarlo, piangere di gioia e congratularsi, è segno del grande bene che don Ciccio ha fatto e rappresenta il riconoscimento più grande che un uomo possa ricevere. 
La preghiera di ringraziamento al Signore si eleva forte e sincera perché ha voluto don Ciccio come pastore di una nuova comunità in una terra bellissima qual è la terra della diocesi di Cassano allo Ionio. Noi pregheremo affinché lo Spirito Santo gli dia Luce di Verità e Fiamma di Carità. 
L’ordinazione episcopale avverrà a Bitonto il 2 maggio presso il Santuario SS. Medici.
Mi piace concludere come don Ciccio termina le sue omelie, riprendendo le parole di Gesù, “Chi vuol capir, capisca”.

* della Parrocchia SS. Medici di Bitonto