Parlando del pensiero religioso di Albert Einstein, con gli alunni di terza media, abbiamo osservato che secondo la sua opinione la natura esibiva tracce di Dio. E Francis Collins proprio grazie ai suoi studi scientifici sul DNA, da ateo è diventato credente.
É in un certo senso quella teologia naturale che ci aiuta a vedere Dio nella bellezza del Creato. Sono stampati negli occhi i panorami mozzafiato delle montagne abruzzesi o umbre o marchigiane ammirati durante i numerosi campiscuola vissuti da quelle parti.
Potremmo dire che dal micro al macro mondo, tutto l’universo porta la firma di Dio.
Poi la cronaca di questi giorni ci mette in discussione. Gli assassinii quotidiani, le tragedie naturali che sconvolgono il Centro Italia e tutto il Paese, gli incidenti stradali, la crudeltà umana che, oggi, eleva muri e rigetta i migranti, distrugge città e cittadini di ogni età, in Siria come nei molteplici focolai di guerra; e che ieri – lo ricordiamo il 27 gennaio e il 10 febbraio – ha ritenuto di eliminare milioni di persone discriminate per religione o per etnia… Dov’è la firma di Dio in tutto questo? Più che lecita l’antica domanda: dov’è Dio?
Il silenzio sopravanza e talvolta lo sconforto porta a chiedersi se l’idea di Dio non sia una illusione. Domande legittime. Difficile rispondere. Ma come credenti dobbiamo pur trovare le tracce di Dio anche nelle tragedie. Sarà il grande cuore dei soccorritori che per giorni e giorni scavano alla ricerca di quell’ultima vita dispersa, di coloro che accolgono e tentano di dare dignità ai migranti o di quanti si aggirano per stazioni e vicoli a offrire un pasto, una coperta… Un vecchio adagio che si cantava una volta diceva che “Dio non ha mani, ha solo le mie mani per fare il suo lavoro oggi”. Ed è così. Perchè,come sosteneva Elisa Springer, interrogata sulla shoah, la vera domanda non è dov’è Dio, ma dov’è l’uomo in simili tragedie. Oso pensare che tanto nelle tragedie causate dall’uomo quanto in quelle naturali, la firma di Dio stia proprio in quella libertà estrema che egli ha voluto concedere all’uomo e alla natura, dopo averli creati. Libertà alla quale l’uomo è chiamato a rispondere con responsabilità, nelle piccole scelte come nelle grandi decisioni che investono anche il pianeta.
Libertà e responsabilità.
Due valori su cui riflettere anche in questa marcia diocesana della pace perchè non avvenga ancora che sia il tratto umano, sempre più egoistico e violento, a tentare di cancellare le tracce indelebili di Dio. Che nel Creato ci sono e sono evidenti.