La Pietà, in cammino dal Santo Padre

di Pasquale Mancini

Il primo a saperlo era stato don Mimmo Amato.
All’indomani dell’indizione del Giubileo da parte del Santo Padre avevamo confessato al giovane confratello, cresciuto dietro l’altare del Purgatorio e divenuto Vicario, la nostra intenzione di onorare l’anno della Misericordia con due eventi unici.
Una processione straordinaria della Madonna Addolorata (il “Giorno del Perdono” 15 di settembre 2016) e un Pellegrinaggio a Roma. Della Pietà.
Gli occhi di don Mimmo si erano velati di commozione, poi di gioia…poi aveva riflettuto come faceva lui… “Sarà bellissima” aveva detto.
Ma erano venuti i giorni del dolore per la nostra Diocesi, che avevano caricato di ulteriori significati – qualora ce ne fosse stato bisogno – quella che era divenuta ora anche una promessa. Fatta a due Amici cari della Arciconfraternita della Morte e di tutti i molfettesi, che il Signore aveva chiamato a compiere servizi più alti, accanto a Sè.
Poi finalmente il sole, il sorriso luminoso di don Mimmo Cornacchia, il nostro nuovo Vescovo, capace di entusiasmare con i piccoli gesti, capace di farci sentire nuovamente… figli.
Il pellegrinaggio della Pietà di Giulio Cozzoli a Roma nasce così, si fonda su significati profondi, e arriva a completamento di un percorso secolare di fede. A Roma porteremo sulle spalle non solo la Vergine e il Figlio cui siamo riconoscenti e devoti, ma le migliaia di confratelli della Morte dal Sacco Nero che la hanno amata, e le centinaia di migliaia di devoti che negli anni si sono segnati al Suo passaggio.
Porteremo con noi le vedove di guerra disperate di via Domenico Picca, l’incenso del devoto Vardino, le partiture di Peruzzi e Valente, il lavoro del Maestro Inglese, il Titè, u temmurr… e secoli di attenzioni e tradizione (sì, tradizione) che hanno permeato la storia della nostra Comunità. 
Saremo oltre mille a Roma, e ognuno di questi mille porterà nel cuore la storia della sua famiglia, i sussurri dei suoi vicini di casa, le raccomandazioni dei genitori, il saluto di un ammalato, il rammarico di un anziano, la lacrimuccia di un bimbo.
Per la prima volta la Pietà percorrerà strade diverse dalle solite: ci guiderà sulle strade della cristianità e del martirio, insieme ai confratelli delle tante altre confraternite nere che hanno accolto il nostro invito, e ai tanti fedeli giunti davvero da ogni parte del Mondo.
É stato molto bello sentire l’afflato di tanta gente, di tanti fratelli, ricevere sostegno, consigli, collaborazione finanche da parte delle Autorità, Italiane e Vaticane.
È vero, saremo nella Caput Mundi e la Santa Messa in San Giovanni dei Fiorentini sarà celebrata dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri del Vaticano Mons. Callaghar, ma questo non deve trarre in inganno.
Non saremmo nulla senza la nostra storia di provincia.
Nulla senza i valori di cui siamo portatori.
Nulla se non ricordassimo che quel saio nero è una livella, che ci rende tutti unicamente uguali.
Nulla se non tornassimo a casa ancor più forti e consapevoli della necessità di aiutare l’altro, di cercare il prossimo anche quando egli sembra avere le sembianze del diverso.
Sì, questa processione sarà diversa. 
Non per la location, straordinaria, nè per la sua unicità nella storia della Morte dal Sacco Nero, ma per quanto riusciremo a portare di noi al mondo e del mondo a noi.
La Pietà si affaccerà dalla Basilica di San Giovanni dei Fiorentini alle 8.55 del mattino, salutata dal Dolor, per raggiungere Castel Sant’Angelo e Piazza San Pietro dove arriveremo intorno alle 11.20 al suono dolce dello Stabat.
Dopo aver pregato con Papa Francesco, assistendo all’Angelus, attraverseremo la Porta Santa e riprenderemo lentamente la via del ritorno in totale raccoglimento, dando il giusto peso ad ogni passo.
Perché questo Cammino parte dal Santo Padre… per ricondurci a casa, pronti a riprendere con più forza il nostro percorso quotidiano di laici impegnati all’interno di una società lacerata, a volte debole, che ha bisogno di ognuno di noi.