Come ormai da parecchi anni, la nostra comunità ecclesiale si ferma, nel cuore dell’anno pastorale, per riflettere a partire dalla Parola di Dio. La “Settimana teologica” costituisce un momento intenso di aggiornamento e di orientamento del cammino cristiano che stiamo compiendo.
Chiamati dal Vescovo ad un intenso impegno di “educazione alla carità”, il tema assegnato quest’anno alla Settimana teologica si pone nella prospettiva del Convegno di Firenze convocato nel prossimo novembre. «Per un nuovo progetto di umanità», significa ricentrare tutta la nostra prassi ecclesiale intorno alla persona umana, affinché «possa emergere un nuovo impulso verso una “cultura dell’incontro” per una società “abitata” dalla carità», come ci ha ricordato il Vescovo nella sua lettera pastorale. Del resto la traccia consegnata a noi in preparazione del Convegno di Firenze, se da una parte sottolinea come il nuovo umanesimo vada ricercato a partire dall’umano di Cristo Gesù, perché è “il suo concreto vissuto umano che rivela Dio in una suprema tensione verso l’uomo”, per cui siamo chiamati a “custodire, prendersi in carico, toccare, fasciare, dedicare attenzione” come Gesù; dall’altra, come comunità ecclesiale siamo chiamati a vivere gli ambienti che abitiamo. Per questo ci vengono indicate cinque azioni “umane”: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Sono i cinque verbi che ci vengono suggeriti per il nostro impegno di Chiesa “in uscita”.
L’articolazione delle tre serate si muoverà su tre registri. Il primo, quello biblico-teologico, ci sarà presentato da mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale. Egli ci farà scorgere quale progetto ha Dio per l’uomo e come questo progetto ci è stato pienamente rivelato in Cristo Gesù. La seconda prospettiva sarà quella antropologica. Si tratta di cogliere tutte le contraddizioni che vive l’uomo contemporaneo; si metteranno in evidenza tutti i riduzionismi antropologici che riducono l’umanità semplicemente ad un mezzo. Ci aiuterà nella riflessione il prof. Marco Guzzi; è un poeta e potrà così farci penetrare nella profondità dell’essere.
Infine, il terzo aspetto sarà quello ecclesiale. Saremo chiamati a metterci in gioco come chiesa per capire quale ruolo dobbiamo avere nella società e quale capacità siamo chiamati a mettere in atto per raggiungere quelle “periferie esistenziali” cui papa Francesco quotidianamente ci spinge ad abitare. Sarà don Armando Matteo a farci riflettere su questi aspetti, dandoci indicazioni concrete a partire dalla nuova condizione di “generazione 2.0”, ossia di uomini e donne che si muovono tra reale e virtuale, e capire come annunciare oggi un nuovo umanesimo che sia speranza per tutti.