Guarda ‘alle vicende del Paese’ e sottolinea le ‘ripercussioni di natura educativa’ l’Azione Cattolica (Ac) in una riflessione ‘su alcune tematiche educative e culturali che attengono anche all’attualità della vita politica del nostro Paese’. Il documento è stato diffuso il 12 febbraio, in occasione del XXXI Convegno Bachelet (Roma, 11-12 febbraio). Tema del convegno, i 150 anni dell’unità d’Italia, ‘un appuntamento ‘ sottolinea l’Ac ‘ che ci vede, come cattolici, particolarmente partecipi perché parte integrante della nostra nazione’. Un’attenzione ‘che è squisitamente nello stile dell’associazione chiamata e impegnata a formare le coscienze, capace di offrire alle persone di ogni età e condizione di vita un cammino di attenzione all’altro e al bene comune’. L’Ac ricorda a proposito proprio Vittorio Bachelet, che fu presidente dell’associazione tra il 1964 e il 1973. ‘Educare al senso del bene comune ‘ affermava Bachelet ‘ vuol dire formare a un retto e vigoroso ideale, aiutando l’uomo a impadronirsene con l’intelligenza e ad adeguarvi la sua formazione spirituale morale tecnica’.
Una rappresentazione fasulla dell’esistenza. Il documento parte ricordando il recente riferimento fatto dal card. Bagnasco al ‘disastro antropologico che si compie a danno dei giovani e di quanti sono nell’età in cui si fanno le scelte definitive per il futuro della propria esistenza’. ‘C’è ‘ osserva l’Ac ‘ una rappresentazione fasulla dell’esistenza, c’è un tentativo di mettere in primo piano il successo basato ‘sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l’ostentazione e il mercimonio di sé”. Per questo motivo l’associazione si concentra ‘non sui risvolti politici, ma su quelli, appunto, educativi’. E ‘non è educativa l’immagine della donna emersa in numerosi racconti giudiziari e mediatici’, della quale ‘è stata ripetutamente e insistentemente violata l’intangibile dignità, libertà, uguaglianza’, né è educativa ‘l’immagine dell’uomo incapace di riconoscere nel corpo della donna, e nel proprio, un dono straordinario, certamente non finalizzato ad appagare un desiderio egoistico di possesso’. ‘È, invece, educativo, a nostro avviso ‘ precisa il testo ‘, ridire con forza, con parole condivisibili da tutti, la bellezza vera di ogni età e di ogni soggettività, il senso profondo dell’essere uomo e dell’essere donna. Per questo chiediamo al mondo dei media un modo diverso di comunicare senza ammiccamenti e senza ridurre la donna e l’uomo solo a corpo da guardare, da possedere, da sfruttare’.
No alle scorciatoie, valorizzare i talenti. ‘Non è educativa ‘ prosegue l’associazione ‘ l’idea che i giovani e gli adolescenti, per realizzarsi, debbano mettere da parte i propri talenti, seguendo tristi scorciatoie’ e cercando ‘i favori del potente’, mentre ‘è educativo e importante valorizzare e dare sempre più spazio ai giovani talenti dello studio, della ricerca, dei mestieri e delle professioni, ai giovani del volontariato e del servizio gratuito agli altri’. Ancora, ‘non è educativa la percezione che il riserbo delle inchieste giudiziarie sia costantemente minato da interessi politici e giornalistici, e che sul sistema della giustizia si addensi l’ombra della manipolazione di parte. Allo stesso tempo, diseduca al valore dell’informazione assistere sui media ad una guerra frontale, caratterizzata anche da ‘dossieraggi’ e ‘killeraggi’ contro i propri ‘nemici’, che siano politici della parte avversa o magistrati o uomini della cultura e dell’informazione’. Al contrario, è educativo ‘riaffermare il senso della deontologia e dell’imparzialità in professioni, ruoli e responsabilità pubblici ad alto valore civile, fondamentali per la tenuta della democrazia’.
Una cittadinanza attiva e responsabile. ‘Non è educativo coinvolgere nei conflitti giudiziari, mediatici e politici le istituzioni della Repubblica’, aggiunge l’Ac, rilevando che ‘siamo ad un passo da un baratro che porterebbe i cittadini a ritenere le istituzioni come parte in causa dei conflitti tra persone e gruppi di potere, e non più come luoghi di tutela’; viceversa è educativo sforzarsi di ‘tenere le istituzioni fuori dalla bagarre, restituirle alla loro credibilità pubblica e alla loro funzione di servizio, facendo in modo che in queste vicende possano essere punti di riferimento saldi, e non parti in gioco’. Infine ‘non è educativa la passività dell’opinione pubblica’; ‘è invece educativo l’esercizio di una cittadinanza attiva e responsabile’ e ‘valorizzare il tanto che di buono, operoso, lungimirante, concreto offre ancora oggi il nostro Paese’: ‘Realtà, civili e ecclesiali, che ogni giorno si sforzano di veicolare queste idee per costruire davvero un tessuto di valori positivi e condivisi’, ‘agenzie educative, come la scuola, in cui tra mille difficoltà si cerca di formare anche ad una vita civile consapevole’, famiglie ‘che, pur fra innegabili difficoltà, cercano di dare una cornice di riferimento etica ai loro figli’. Da qui l’appello a ‘tutti i protagonisti delle attuali vicende perché recuperino urgentemente, per il bene del Paese, il senso della misura, del decoro, del rispetto’.