Una nuova crisi politica, già nell’aria da alcune settimane, segna un’ulteriore arretramento della fiducia della gente nelle Istituzioni.
Più che un passaggio di testimone Letta-Renzi, si è trattato di uno scippo deciso dal partito di maggioranza al Governo, compiuto sulle teste del Parlamento e dell’intera Nazione.
Il Presidente del Consiglio non lo elegge il Popolo, come è stato erroneamente detto, ma nemmeno un singolo partito e il Parlamento non può esserne spettatore. Tuttavia, se l’equilibrio tra idealismo e pragmatismo di chi, da sindaco, vive il contatto immediato con le persone e il territorio, può finalmente dare un’accelerazione alla ripresa del Paese, allora si faccia presto, perchè non c’è più tempo.
Non è più tempo di un Paese ridotto al servizio della politica e dei suoi giochi personalistici e partitici; di politici che, assicurandosi redditi smisurati e benefici senza senso, più che ascoltare il grido disperato di chi è in cerca di lavoro, di casa, di cibo, di salute, del minimo necessario, devono obbedire all’ordine di partito o del capocorrente.
Non è più tempo di rincorrere interessi di parte, avendo smarrito l’idea di bene comune e scaricato sulla famiglia, ormai allo stremo, il peso della crisi e delle mancate risposte politico economiche.
Non è più tempo di personaggi che parlano di riforme e se ne fanno pure paladini, dopo anni di colpevoli rimandi e sconclusionate strategie.
Non è più tempo di opposizioni che si oppongono a tutti i costi, ad ogni livello politico amministrativo, quando serve invece individuare subito percorsi opportuni per risolvere questioni e dare risposte urgenti.
Non è più tempo, di deleghe in bianco date da noi cittadini ai rappresentanti, che talvolta nemmeno scegliamo, ma ci vengono imposti, senza poi chiedere conto di quanto e come viene da loro realizzato.
Non è più tempo, diciamolo, di politici che si etichettano cattolici, ma che si dissolvono durante il proprio mandato, dimenticandosi di dare ‘sapore’ e di essere ‘luce’ non conformandosi a stili e linguaggi non propriamente cristiani.
Non è più tempo, infine, e non come ultima cosa, di tenere separato, quasi con indifferenza, il vangelo dalla vita concreta delle persone le cui sorti, purtroppo, sono anche in mano alla politica, quella che vogliamo e ribadiamo torni ad essere la più alta forma di carità.