Non c’è più tempo…

di Luigi Sparapano

Una nuova crisi politica, già nell’aria da alcune settimane, segna un’ulteriore arretramento della fiducia della gente nelle Istituzioni.

Più che un passaggio di testimone Letta-Renzi, si è trattato di uno scippo deciso dal partito di maggioranza al Governo, compiuto sulle teste del Parlamento e dell’intera Nazione.

Il Presidente del Consiglio non lo elegge il Popolo, come è stato erroneamente detto, ma nemmeno un singolo partito e il Parlamento non può esserne spettatore. Tuttavia, se l’equilibrio tra idealismo e pragmatismo di chi, da sindaco, vive il contatto immediato con le persone e il territorio, può finalmente dare un’accelerazione alla ripresa del Paese, allora si faccia presto, perchè non c’è più tempo.

Non è più tempo di un Paese ridotto al servizio della politica e dei suoi giochi personalistici e partitici; di politici che, assicurandosi redditi smisurati e benefici senza senso, più che ascoltare il grido disperato di chi è in cerca di lavoro, di casa, di cibo, di salute, del minimo necessario, devono obbedire all’ordine di partito o del capocorrente.

Non è più tempo di rincorrere interessi di parte, avendo smarrito l’idea di bene comune e scaricato sulla famiglia, ormai allo stremo, il peso della crisi e delle mancate risposte politico economiche.

Non è più tempo di personaggi che parlano di riforme e se ne fanno pure paladini, dopo anni di colpevoli rimandi e sconclusionate strategie.

Non è più tempo di opposizioni che si oppongono a tutti i costi, ad ogni livello politico amministrativo, quando serve invece individuare subito percorsi opportuni per risolvere questioni e dare risposte urgenti.

Non è più tempo, di deleghe in bianco date da noi cittadini ai rappresentanti, che talvolta nemmeno scegliamo, ma ci vengono imposti, senza poi chiedere conto di quanto e come viene da loro realizzato.

Non è più tempo, diciamolo, di politici che si etichettano cattolici, ma che si dissolvono durante il proprio mandato, dimenticandosi di dare ‘sapore’ e di essere ‘luce’ non conformandosi a stili e linguaggi non propriamente cristiani.

Non è più tempo, infine, e non come ultima cosa, di tenere separato, quasi con indifferenza, il vangelo dalla vita concreta delle persone le cui sorti, purtroppo, sono anche in mano alla politica, quella che vogliamo e ribadiamo torni ad essere la più alta forma di carità.