Ogni anno stuprate mille ragazze cristiane e indù

Luigi Sparapano

Parliamo ancora delle persecuzioni moderne. Violenza odiosa contro le donne. Nel 2013, vi sono stati 370 casi di violenze sessuali, di cui 185 di gruppo; 1.603 gli omicidi d’onore e 2.133 gli abusi, 406 casi di matrimoni forzati, di cui 176 riguardanti minorenni; gli assassini in seguito all’accusa di adulterio sono 220 e 887 i casi di torture inflitte dalla polizia.

 

Le notizie sono sempre più allarmanti. Il Papa piange nell’apprendere di persone che ancora oggi vengono crocifisse, come avvenuto per gli apostoli e discepoli dei primi secoli.

Essere cristiani è un pericolo in molti Paesi, mentre per noi talvolta sembra solo un hobby. Come già scritto in precedenza, e documentato con foto raccapricianti ma vere, vogliamo tenere alta l’attenzione da queste pagine su un fenomeno che passa in secondo piano tra le mille notizie quotidiane e che bene fa il Papa a richiamare costantemente. Perchè se siamo cristiani non possiamo non tener conto di fratelli e sorelle che muoiono per la nostra stessa fede come per altre fedi.

Le agenzie missionarie cattoliche ci informano del terrore che si sparge tra le minoranze, questa volta per una violenza tra le più odiose che colpisce le ragazze.

Come Saira, 7 anni, cristiana, violentata il giorno di Pasqua da un musulmano, in un villaggio del distretto di Sialkot, nella regione del Punjab, in Pakistan. ‘Questi casi sono frequenti – ha dichiarato all’Agenzia Fides, l’avvocato Sardar Mushtaq Gill, a capo dell’Ong ‘Lead’, che rappresenta la famiglia – gli abusi sulle donne e sulle bambine da parte di uomini musulmani sono esemplificativi di come le minoranze in Pakistan vivano sotto costante paura di persecuzione. Crediamo che molti casi di violenze non vengano denunciati’. La Polizia ha confermato lo stupro della ragazzina, ricoverata in ospedale.

Il ‘Movimento per la solidarietà e la pace’ – associazioni ed enti fra i quali la Commissione ‘Giustizia e pace’ dei vescovi pakistani – documenta in un rapporto dettagliato all’Agenzia Fides che ogni anno circa mille ragazze delle minoranze religiose cristiane e indù vengono rapite, stuprate e costrette a nozze islamiche. E i casi sono tanti che più si leggono e più si stenta a crederci.

Fouzia Bibi, 15enne cristiana, violentata a gennaio 2013 nel distretto di Kasur da due musulmani; un’altra studentessa minorenne cristiana, stuprata a luglio 2013 da un ragazzo musulmano sotto la supervisione di due uomini armati. A dicembre del 2012, una bambina indù di 6 anni Wijenti Meghwar, è stata violentata mentre giocava in strada nella città di Ghulam Nabi Shah, nella provincia del Sindh.

La Chiesa cattolica pakistana è attiva nel denunciare i misfatti e sostenere la popolazione con preghiere e manifestazioni a sostegno delle donne violentate o condannate per blasfemia (vedi Asia Bibi). Non manca l’attivismo di laici e sacerdoti pro diritti umani per una situazione oltre limite che non riscuote adeguata attenzione da parte delle autorità. Secondo gli esperti in materia la provincia che ha fatto registrare il maggior numero di violenze è il Punjab (2.602), seguita da Sindh (1.883), Khyber-Pakhtunkhua (1.181) e Baluchistan (864).  E le statistiche registrano solo una minima parte dei casi di violenze (poco più del 10%).

É una situazione che deve farci riflettere e pregare. Pregare insieme, magari promuovere anche nelle nostre città, in accordo con le altre comunità religiose presenti, momenti comuni, per sconfessare l’idea che ci sia una religione e un Dio nel cui nome sia possibile operare violenza e oppressione.

Sembrava archiviata nel passato, ma la storia ricorre, e talvolta proprio quella più brutale e disumana sappiamo replicarla bene.