Politica, con la “P” maiuscola

di Luigi Sparapano

“Mettetevi in politica, ma per favore, nella grande politica, nella politica con la P maiuscola!”. 
L’affermazione di Papa Francesco, risuonata con forza in piazza San Pietro gremita dagli aderenti di Azione Cattolica, il 30 aprile scorso, lancia la forte sollecitazione al laicato cattolico a non disdegnare l’impegno politico che è proprio una delle prerogative del laico.
C’è però quella sottolineatura, fatta a braccio da Francesco: “politica con la P maiuscola”. E qui si pone un interrogativo: qual è la politica con la maiuscola? E qual è il progetto politico per il quale spendersi da cattolici?
Difficile rispondere, anche perchè sono molto rari i buoni esempi e relegati maggiormente nei decenni passati. Di certo è da apprezzare il coraggio e la scelta di tanti che provano a dare la propria testimonianza a servizio della città. 
Sono ormai definite le liste per le prossime amministrative in tre città della diocesi e si ripete il rituale di nomi pescati in ogni dove, certamente in forza del numero di voti di cui si è potenziali portatori. Non mancano, per fortuna, nomi che hanno una storia di impegno in ambiti sociali ed anche ecclesiali e che potrebbero offrire garanzia di motivazioni forti in questo delicato impegno.
Due considerazioni. La prima è relativa al ruolo delle comunità parrocchiali, sottoposte talvolta ad una estenuante sollecitazione, palese o nascosta, a favorire l’uno o l’altro candidato. Salvo poi “scaricare” colui o colei che andrà ad occupare uno scranno comunale, lasciandolo solo nell’impegno, senza un accompagnamento e un sostegno motivazionale proprio quando ce n’è più bisogno. É vero che la responsabilità è di chi esercita il ruolo politico assunto, ma è anche vero che la comunità, che magari ha generato all’impegno politico, non può recidere il cordone umano e cristiano verso i suoi figli più esposti.
La seconda considerazione riguarda i rapporti interpersonali. è purtroppo frequente osservare come, in seguito a scelte politiche differenti, laici cattolici che hanno condiviso decenni di impegno associativo, con responsabilità parrocchiali e diocesane, ritrovandosi su sponde opposte, addirittura arrivino a non salutarsi o a criticarsi apertamente, andando sul piano più personale, senza salvaguardare quei legami che si immaginavano più profondi, indebolendo le proprie radici e smarrendo la formazione e le scelte precedentemente compiute. Credo che questa testimonianza di rispetto e di semplice fraternità cristiana debba stare prima e oltre le diverse opzioni politico partitiche. Non è ingenuo buonismo, ma uno sforzo da compiere ad ogni costo. Prima la persona, la fede che unisce, poi le idee e le scelte. Forse anche questa è Politica. Maiuscola perchè umana.