Ci sembra di sentire la sua tromba eseguire il tema de “La strada” di Nino Rota, ora che il maestro Pino Caldarola aveva individuato Antonio come prima tromba dell’Orchestra giovanile “Apulia’s Band Musicainsieme” di Ruvo di Puglia, città di antica tradizione bandistica. «Lo eseguiva in maniera mirabile!» sostiene Caldarola che lo aveva preparato all’esame di ammissione al Conservatorio, superato il 30 giugno scorso con buona votazione. «Ha fatto grandi progressi negli ultimi mesi, era una promessa per la tromba». All’esame lo aveva sentito anche il famoso trombettista jazz, il ruvese Pino Minafra, in qualità di docente al Conservatorio di Bari, e Antonio, affascinato, stava chiedendo a mezzo mondo di poter entrare nella sua classe.
Da quasi quattro anni Antonio Summo, 15 anni a novembre, frequentava la scuola di musica del Prof. Caldarola, avendo cominciato a suonare la tastiera, ma cammin facendo si era appasionato alla tromba e al primo approcciò con lo strumento «tirò fuori un suono che mi meravigliò», ricorda Caldarola. Così aveva lasciato la tastiera e si iniziò allo studio della tromba, avendo una forte predisposizione. «Finite le prove la domenica sera, chiedeva il permesso di rimanere con altri due o tre amici per provare e improvvisare; era seconda tromba nella banda degli adulti». Con voce rotta, il Prof. Caldarola conclude: “Abbiamo perso un ragazzo e un trombettista”.
L’amore per la musica, come anche per il calcio, lo aveva coinvolto costringendolo a tenere insieme studio scolastico, musica e passione sportiva; così lo ricorda la Prof.ssa Andriani, sua docente di Lettere nei tre anni alla media “Cotugno” di Ruvo di Puglia: «Un ragazzo molto serio, sereno, di una disponibilità e semplicità d’animo fuori dal comune». «Quando lo si coinvolgeva direttamente – ricorda la prof. – si metteva in gioco fino in fondo». Proprio i compagni della sua classe 3C, ricompattata dal dolore della notizia, hanno voluto indirizzargli una lettera in cui scrivono, tra l’altro: «A scuola eri sempre vicino a chi aveva bisogno, sempre pronto a consolare qualcuno tra noi, con il tuo sorriso, con la tua sincera amicizia. In questo momento si affollano mille ricordi, frammenti di vita quotidiana che noi non perderemo per strada». E concludono: “Tu non lasciarci andare, tienici stretti stretti, perché il nostro legame supera ogni distanza”.
Posso anche io dare testimonianza che, nella mia Ora di Religione, per tre anni, Antonio è stato sempre rispettoso, educato, svolgeva le attività assegnate, assicurando la sua partecipazione in classe con il suo sguardo fisso, silenzioso ma partecipe; ossequioso anche fuori dalla scuola; atteggiamento confermato dalla catechista Lucrezia, che lo scorso anno lo aveva accompagnato al sacramento della Confermazione, nella parrocchia San Giacomo Apostolo. Vivo e sofferto il ricordo di don Gianni, parroco, che sta accompagnando in questi giorni la famiglia Summo, ferita, ma con grande compostezza e dignità: «Ragazzo buono. Una settimana dopo la sua Prima Comunione, durante la visita a Lanciano, mi si avvicinò e chiedeva insistentemente di capire il mistero dell’eucaristia». Era passato l’ultima volta dalla parrocchia venerdì 8, per la festa conclusiva dell’oratorio estivo e proprio nella sua parrocchia, la Vicaria di Ruvo di Puglia e il Servizio diocesano di pastorale giovanile, su indicazione del Vescovo Mons. Domenico Cornacchia, promuovono una veglia di preghiera giovedì 14 luglio, ore 20.
da “Avvenire” del 14 luglio 2016
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