“Misericordia e verità si incontreranno”. La esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia,
venerdì 17 giugno 2016, ore 20,00 presso la sede della medesima Comunità religiosa, con l'intervento autorevole di S. Em. Cardinale Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona – Osimo, padre sinodale.
Molto partecipato l'incontro, presenziato da S.E. Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo di Molfetta-Giovinazzo-Ruvo-
e moderato da fra' Stefano Vita, Vicario generale della Fraternità Francescana di Betania. Tantissimi spunti in oltre un'ora e mezza di intervento del cardinale.
Ci è pervenuta in redazione la seguente lettera che volentieri pubblichiamo, anche in vista di un dibattito.
Ringraziamo l'autore.
«Egregio Dott. Sparapano,
Raccogliendo il suo cortese invito ho ascoltato ben volentieri la conferenza tenuta a Terlizzi dal Card. Menichelli sulla “Amoris laetitia”. Poco in realtà dell'enciclica in sé, molto invece su quel cambio di cultura e di mentalità che da essa deriva e che necessita di tempi lunghi, a suo dire venti o trent'anni. Ho apprezzato molto la sua competenza oltre alla chiarezza espositiva, non frequente nel mondo ecclesiastico, in cui molto spesso prevale ancora l'ermetismo quando non un'assoluta insipienza (vedasi quanto scritto da Lino Patruno in “Caro sacerdote non ci addormenti” in un Il guastafeste di qualche anno fa).
Egli ha indicato delle linee pastorali e dei punti fondamentali di intervento per quel che riguarda la famiglia, il matrimonio e la sessualità, facendo anche autocritica per quel che la Chiesa non è riuscita a fare negli ultimi quarant'anni: bella la citazione di Paolo VI che quarantadue anni fa già parlava di relativismo, non riconosciuta da alcuno dei presenti, sacerdoti (davvero pochi!) compresi, e nel mio pensiero, per come sembrava, attribuita a Ratzinger.
Così la Chiesa si trova a riconoscere un fallimento non tanto per non essere stata in grado di adeguarsi al mutamento dei tempi (ed è impossibile che ce lo si possa aspettare o chiedere in special modo sui cosiddetti principi non negoziabili) quanto, a mio modestissimo parere, per aver cercato, più di che riaffermare i dogmi, di ammantare di scientificità quel che invece si può e si deve accettare solo per e con fede (com'è il caso delle tematiche più discusse su sessualità e riproduzione).
Alla fine più che legittima una domanda: quanti nella Chiesa la pensano come lui?
Cordiali saluti. Giuseppe Gragnaniello