L’Uomo che ride. Ilozzoc Oiluig, ovvero Giulio Cozzoli antimodernista

Inaugurazione sabato 21 novembre

Ilozzoc Oiluig. Il Cozzoli inedito al Museo Diocesano

Il Museo Diocesano di Molfetta e la Soc. Coop. FeArT, con il supporto della ditta di restauri Omphalos ed il patrocinio del Comune di Molfetta, sono lieti di presentare la mostra “L’Uomo che ride. Ilozzoc Oiluig, ovvero Giulio Cozzoli antimodernista”. L’esposizione è stata concepita dal prof. Gaetano Mongelli, che, in qualità di profondo conoscitore dello scultore molfettese, ha voluto valorizzare l’aspetto più inedito e sconosciuto di Giulio Cozzoli. Venti dipinti e disegni “futuristi”, gentilmente concessi dagli eredi della famiglia Cozzoli, saranno esposti presso le sale museali dal 21 novembre 2015 al 31 gennaio 2016.

All’inaugurazione, prevista alle ore 18:30 di sabato 21 novembre presso la saletta polifunzionale del Museo Diocesano, interverranno: il curatore e autore del Quaderno Scientifico della mostra, prof. Gaetano Mongelli; il direttore del Museo Diocesano, don Michele Amorosini e l’Assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Molfetta, prof.ssa Elisabetta Mongelli. Al termine seguirà la visita alla mostra.

L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 10:00 alle 13:00 e il sabato e la domenica anche il pomeriggio dalle 17:30 alle 20:30, la visita rientra nel percorso museale recentemente riallestito con alcune tra le più belle opere appartenenti alle donazioni ricevute dal Museo negli ultimi anni.

 

“Entro con un amico nel suo studio di palazzo Cappelluti e vedo appesi ai muri una ventina di quadri moderni futuristi (prismi, scacchiere, […] occhi, scarabocchi…) e dico a lui: Maestro, di chi sono questi quadri? Mi guarda e poi fa: di Ilozzoc Oiluig (Cozzoli Giulio)…Come…vostri? Sì, risponde, in una settimana ne ho fatti venti. Ho voluto esprimere con questo ai moderni artisti una grande verità: io sono capace di fare in pochi giorni anche questi quadri…e voi siete capaci di fare quelli? Ed addita con la mano i lavori classici che aveva nello studio incompiuti, poiché attendeva alle ultime rifiniture” (tratto da G. Mongelli, Giulio Cozzoli scultore 1882-1957. La Deposizione).