Corpus Domini

Piazza, 19 maggio 2018
19-05-2018

Carissimi fratelli e sorelle, abbiamo vissuto questo pomeriggio in compagnia di Gesù, vivo e vero, per alcune strade della nostra Città. Abbiamo seguito, ascoltato, guardato, adorato Gesù nella Santa Eucaristia.
Come le folle della Palestina, siamo accorsi numerosi da Colui che dispensa il pane di Vita. Crediamo per fede che Egli rimane con noi, ogni giorno, fino alla fine dei tempi.
è facile riconoscere la divinità del Signore Gesù nell’Eucaristia! Ancor più però, dev’essere scontato per noi, riconoscerLo nel prossimo, nel bisognoso di pane e soprattutto di amore!
Papa Francesco, nell’omelia del 20 aprile scorso, in questa stessa Piazza così si esprimeva: “Don Tonino è stato un vescovo – servo, un Pastore fattosi popolo, che davanti al Tabernacolo imparava a farsi mangiare dalla gente. Sognava una Chiesa affamata di Gesù e intollerante ad ogni mondanità, una Chiesa che «sa scorgere il corpo di Cristo nei tabernacoli scomodi della miseria, della sofferenza, della solitudine»”.
Vale a dire che la nostra stessa esistenza deve diventare sostegno e nutrimento per gli altri.
Però, carissimi fratelli e sorelle, amati sacerdoti, sto per dire quasi un’eresia: il mondo oggi, più che di pane, ha bisogno di lievito! Sì, ma di quello buono, capace di dare sapore e gusto a tutta la massa.
In termini più espliciti, parlo di lievito madre, cioè di quello che diventa lievito, dalla massa lievitata in precedenza. Una volta, le nostre mamme, dopo aver messo un po’ di lievito nella massa della farina impastata, da questa, ne conservavano un altro poco per la volta successiva. Immagine molto bella!
Vale a dire che noi pure dobbiamo lievitare per contagio, cioè dare sapore e senso alle cose che facciamo e diciamo, anche perché le abbiamo viste fare dai nostri cari.
Vivere più di Eucaristia deve significare per noi unificare, avvicinare, conciliare, dare gusto alle cose che diciamo e facciamo!
Così il bene si diffonderà quasi automaticamente nella realtà in cui viviamo! Sì, oggi più che di pane, si ha bisogno di lievito, ma di quello buono! Sforziamoci di essere lievito madre, capaci cioè di saper dare consigli giusti, di perdonare chi ci ha umiliati, di poter amare chi è sfruttato e deriso, di infondere speranza a chi non ce la fa!
Gesù, infine, invita i discepoli, dopo la distribuzione dei pani moltiplicati, a raccogliere i pezzi avanzati. Egli raccomanda anche a noi di piegarci e di raccogliere le briciole di amore sparso nel mondo. Mettiamole insieme, amalgamiamole e così ce ne sarà a sufficienza, anche per coloro che sono assenti o lontani dall’unica mensa del Signore.
Amiamo stare sempre più, in compagnia di Gesù Eucaristia.
Il Servo di Dio, Don Tonino Bello, trascorreva più tempo dinanzi a Gesù eucaristico nella sua Cappellina, che altrove. Questo il segreto della fecondità della sua missione.
La nostra vita deve diventare nutrimento del mondo e della società. Il fuoco ardente del Tabernacolo ci trasformerà in pane profumato per sfamare gli uomini e le donne di oggi!
Accogliamo l’invito che Papa Francesco ci ha tanto raccomandato, nell’ultima Esortazione Apostolica Gaudete et exultate: “Nessuno si salva da solo. […] Mi piace – dice il Papa – vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno, vedo la santità della Chiesa militante” (7).
A Maria chiediamo una fede grande e di qualità. Lei, che ha generato l’autore della vita e della gioia, generi anche noi, nella speranza di un mondo che sia in comunione e in pace con tutti.
Così sia!

+ don Mimmo Cornacchia, Vescovo