“Una sola cosa: essere gioiosi in Cristo!”
Questo il testamento spirituale di mons. Michele Carabellese (nato l’ 11 gennaio 1911, ordinato prete il 28 ottobre 1934), pronunciato con decisione a conclusione della Messa per il 75° anniversario di sacerdozio. E poi un messaggio per i bambini: “Mai aver paura! (pronunciato in dialetto); Gesù vi vuol bene. Amate i bambini! Chi accoglie un piccolo, accoglie me”.
Parole cariche di sentimento e di profezia che ci restano nel cuore, avendo saputo della morte di don Michele avvenuta nella notte tra lunedì e martedì. Profondo cordoglio espresso dal Vescovo Mons. Luigi Martella e dall’intero Presbiterio della diocesi, nonchè da tutta la comunità ecclesiale e civile di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo, Terlizzi, che perde in terra un padre, buono, “tutto prete e soltanto prete”, come lo aveva definito mons. Tommaso Tridente nel suo articolo riportato di seguito.
I funerali saranno celebrati dal Vescovo e dal Clero diocesano mercoledì 11 novembre, alle ore 18, nella Cattedrale di Molfetta, dove il feretro sarà portato nella giornata di oggi, martedì 10 novembre.
Il nostro grazie al Signore per il dono di sacerdoti santi e testimoni credibili del suo amore.
La videointervista pubblicato da “Il Fatto” a conclusione della Messa per il 75° di sacerdozio.
(Indirizzo di auguri di mons. Tridente, in occasione del 75à di sacerdozio di don Michele)
La lieta ricorrenza del 75° anniversario di sacerdozio di Don Michele Carabellese è una festa di tutti noi sacerdoti sia diocesani e sia extradiocesani.
Don Michele infatti, con la sua presenza, il suo silenzioso lavoro e la sua disponibilità ha esercitato un raggio di azione che supera i confini della Diocesi cui canonicamente appartiene.
Difatti, per diversi anni, è stato direttore spirituale dei giovani seminaristi nel Seminario Regionale e mi consta che quei giovani, un tempo da lui orientati alla vita sacerdotale, e da diversi anni ormai sacerdoti, anche da lontano oggi vengono per incontrarlo e ancora beneficiare della sua parola e del suo ministero.
Se poi ci chiedessimo perché ciò avvenga, non avremmo altra spiegazione che quella che il Santo Padre continua ad offrirci quando parla dell’anno sacerdotale. Senza voler offendere la sua modestia dobbiamo ammettere che è sempre vivo in Don Michele quel feeling che da settantacinque anni lo unisce a Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote, Pastore dei Pastori.
Dal 28 Ottobre 1934 don Michele, segnato sacramentalmente per il ministero di Mons. Pasquale Gioia nella Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Molfetta, vive la fedeltà a Cristo ed alla Chiesa con entusiasmo ed una apertura di mente e di cuore alle problematiche pastorali attuali.
Financo quando suggerisce la penitenza sacramentale nella riconciliazione si rifà ai discorsi del Papa, agli interventi degli studiosi, ecc ecc.
Insomma Don Michele è “tutto prete e soltanto prete”.