Presentazione dell’enciclica Caritas in veritate

sabato 13 febbraio 2010

Nell’Auditorium “Regina Pacis” della parrocchia Madonna della Pace, a Molfetta, alle ore 18,15 alla presenza del Vescovo Mons. Luigi Martella, il Prof. Stefano Zamagni, Ordinario di Economia politica all’Università di Bologna, presenterà l’Enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate.

La serata è rivolta a tutta la comunità diocesana, a tutti gli operatori pastorali e fedeli laici, nonchè, in particolar modo, a quanti sono quotidianamente impegnati a servizio del Bene comune: politici, operatori sociali, economisti, giornalisti, docenti, educatori, genitori…

A parlarne sarà il Prof. Stefano Zamagni, economista italiano, presidente dell’Agenzia per le Onlus. Oltre alla importante carriera unversitaria, in Italia e all’estero, il Prof. Zamagni è consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, tra principali consulenti di Benedetto XVI per la stesura del testo dell’Enciclica Caritas in veritate.

Apparsa all’inizio del terzo millennio, l’enciclica si presenta, infatti, come la bussola necessaria per prendere il largo verso una nuova evangelizzazione del sociale, verso uno sviluppo integrale della famiglia umana, alla luce di una nuova civiltà dell’amore fraterno, in un contesto di globalizzazione.” Così introduce la riflessione il dott. Onofrio Losito, direttore dell’ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro nell’editoriale del prossimo Luce e Vita (n.7 del 14 febbraio 2010) dedicato all’evento.

 “Fin dall’incipit della nuova enciclica, risulta evidente il primato che il pontefice assegna alla carità sulla verità, rendendo chiara un’idea portante del suo magistero con riferimento al sociale. La città dell’uomo non realizza la sua verità senza la carità. Con essa, infatti, si possono elaborare riflessioni politiche più pertinenti, innalzare istituzioni veramente umane, promulgare leggi giuste poichè, grazie alla carità, si è in possesso di una visione corretta e non deforme della convivenza sociale. La carità, secondo Benedetto XVI, consente alla ragione di essere vera, in quanto, innanzitutto, ama cose e persone per quello che sono in se stesse, non strumentalmente o utilitaristicamente, rispettandone l’identità, non distorcendole. La ragione può essere veramente se stessa se si apre e si dilata nella direzione della fede e dell’amore.”