Giornata di preghiera e di digiuno per i missionari martiri

24 marzo 2010

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Programma diocesano 

 

Terlizzi, Santa Maria di Sovereto 22 marzo ore 19.00  Adorazione Eucaristica

 

Ruvo, Chiesa dell’Annunziata 23 marzo ore 17.00 Via Crucis

 

Molfetta, Chiesa di san Pietro 24 marzo ore 19.00 Veglia di Preghiera

 

 

 

Un filo ideale lega ogni 24 marzo al 24 marzo 1980: la celebrazione annuale di una Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri ha preso ispirazione dal martirio, in quella data, di mons. Oscar Arnulfo Romero, Arcivescovo di San Salvador. Trent’anni esatti dunque ci separano da quell’episodio emblematico, ma non unico.

Non unico. Occorrerebbe dire “purtroppo”: ogni martirio, ogni uccisione, ogni assassinio porta con sé il sapore amaro della prevaricazione, dell’ingiustizia, dell’arbitrio, delle peggiori realizzazioni umane. E porta con sé la frase illuminante di Gesù sulla Croce: “non sanno quello che fanno”. Il ripetersi fin troppo frequente di episodi di martirio tra i missionari e tra i cristiani rinnovano dolore, smarrimento, talvolta anche paura e rabbia.

Eppure ogni martirio cristiano appartiene alle “beatitudini” di Gesù: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,11). La beatitudine è certamente proclamata di fronte a Dio e a favore del singolo martire, ma non vi resta estranea per la comunità che si sente privata di un fratello, di una sorella.

Il tema della giornata è una frase che spesso citava Mons. Romero: “Sono spesso stato minacciato di morte… Come pastore sono obbligato, per mandato divino, a dare la vita per coloro che amo, che sono salvadoregni, anche per quelli che mi vogliono uccidere. Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare. Ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita, possa il mio sangue essere semente di libertà e segno che la speranza sarà presto realtà. Se è accetta a Dio, possa la mia morte servire alla liberazione del mio popolo. Perdono e benedico coloro che ne saranno la causa… perderanno il loro tempo: morirà un Vescovo, ma la Chiesa di Dio, che è il popolo, non perirà mai”.

L’esperienza del martirio sta accompagnando in questi mesi i cristiani nel mondo. Non ultimi i cristiani dell’Iraq. è stato proprio Benedetto XVI all’Angelus del 28 febbraio u.s.: “Ho appreso con profonda tristezza le tragiche notizie delle recenti uccisioni di alcuni Cristiani nella città di Mossul e ho seguito con viva preoccupazione gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa.”

Ma quanto noi cristiani di occidente siamo attenti e soprattutto accanto a questi fratelli e sorelle che con coraggio testimoniano il Vangelo e accanto soprattutto a coloro che portano l’annuncio del Vangelo e la sua testimonianza di amore in tutto il mondo.

In questo anno appena trascorso i missionari che hanno dato la vita per il Vangelo sono stati 37.

A questo numero provvisorio dell’Agenzia Fides, deve comunque essere sempre aggiunta la lunga lista dei tanti di cui forse non si avrà mai notizia, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano anche con la vita la loro fede in Cristo. Si tratta di quella “nube di militi ignoti della grande causa di Dio” – secondo l’espressione di Papa Giovanni Paolo II – a cui guardiamo con gratitudine e venerazione, pur senza conoscerne i volti, senza i quali la Chiesa e il mondo sarebbero enormemente impoveriti.

Mi piace in questa occasione invitare le nostre comunità tutte a guardare con ammirazione, con gioia e soprattutto, di parlare di questo nostri “EROI” della fede , perché mentre la nostra società applaude tanti che non hanno amato tanto fino a dare la vita , noi dovremmo sentirci onorati di questi nostri fratelli che testimoniano la fede fino a darne la vita e dire a tutti dei nostri “EROI”.

E anche in quest’anno alcune iniziative vogliono riunire per pregare insieme in questa giornata di preghiera e digiuno.

Il digiuno diventa anche adesione a un progetto di solidarietà che il Movimento Giovanile Missionario delle Pontificie Opere missionarie vuole finanziare con il frutto del digiuno. Il progetto è nella città di Manila, parrocchia di san Pablo Apostolo, per una scuola per i tanti ragazzi che non possono frequentare la scuola pubblica.

Ritroviamoci tutti nella preghiera.

Don Vito Marino