Tra sogni e speranza: per un progetto di vita insieme a Cristo

Orientamenti pastorali per il 2010-2011

Orientamenti pastorali 2009-2011

Orientamenti pastorali 2010-2011

“Fate cose belle, ma soprattutto fate diventare le vostre vite luoghi di bellezza”, è la conclusione del bellissimo discorso che Papa Benedetto XVI ha rivolto al mondo della cultura del Portogallo, ma anche l’auspicio che il nostro Vescovo pone a conclusione della sua ultima lettera in cui si offrono gli orientamenti per il nuovo anno pastorale. Ascoltando queste parole e scorrendo le pagine della lettera ci viene spontaneo pensare a Chiara Luce Badano, la giovane diciottenne beatificata proprio in questi giorni a Roma, perché in tutta la sua vita ha fatto tante “cose belle”, ma soprattutto con la sua intelligenza, il suo amore per il bello, la sua vitalità, il suo entusiasmo contagioso, la sua generosità e la sua fede cristallina e sicura, ha fatto diventare la sua vita uno straordinario “luogo di bellezza”.

Si tratta di un’esigenza acuta della società di oggi e soprattutto dei giovani che si ritrovano a vivere in un ambiente liquido e friabile, dove non c’è nulla di solido su cui poggiare e costruire l’edificio umano. È per questo che, con molta lungimiranza ed in anticipo rispetto alle linee pastorali della Conferenza Episcopale Italiana per il prossimo decennio, Mons. Martella ha proposto alcuni sentieri da percorrere per elaborare un progetto di vita, tra sogni e speranze ed in compagnia di Cristo.

Non si tratta solo di contrastare derive pericolose, ma di ritrovare l’entusiasmo e il coraggio per introdurre le giovani generazioni alla vita nella sua profonda essenza: alla ricerca del vero, del buono e del bello. Non basta solo educare, nel senso di e-ducere, cioè “condurre fuori”, ma occorre offrire ai giovani e ai “giovani di cuore” una direzione verso cui dirigersi, una tradizione dalla quale ricevere risorse, un’appartenenza comunitaria nella quale alimentarsi.

A un uditorio numeroso come non mai, attento, qualificato e partecipe, a tutti gli operatori parrocchiali e ai responsabili delle associazioni e dei movimenti della nostra diocesi, il Vescovo ha raccomandato di avere coraggio nelle scelte, soprattutto nella scelta di credere, di amare, di servire a partire dalla scoperta e dall’accettazione di sé. Il “guardarsi dentro” e il “prendere in mano” consapevolmente la propria vita, richiedono silenzio, ascolto, coraggio per affrontare anche le nostre negatività, ma si tratta di un percorso necessario per decifrare meglio ogni giorno il mistero che siamo a noi stessi; è una sorta di preparazione per procedere verso la maturità e per essere introdotti a un’esperienza “saporosa” di Dio. «Gesù non plagia le persone, come talora succede nelle relazioni umane – si legge nella lettera pastorale – non risveglia solo aspirazioni ad essere di più nella direzione della libertà e dell’amore; bensì fa essere di più, mettendo in moto il dinamismo del desiderio che è il segno del creatore impresso nel cuore delle sue creature».

Alla luce di ciò, si comprende come la maturità cristiana s’innesta sulla Parola che, se da un lato «mette a nudo le nostre fragilità», dall’altro «purifica, indicando modalità ed obiettivi per una vita piena di senso». Per questo a tutta la comunità diocesana, il Vescovo affida un compito delicato eppure inderogabile: promuovere i gruppi d’ascolto ed affinare l’accompagnamento spirituale.

«Se le nostre comunità vogliono conservare un minimo di vigore profetico, devono saper ascoltare»: solo l’allenamento all’ascolto della Parola di Dio unito ai gesti di dialogo, accoglienza e solidarietà può far sì che ogni credente abbia parole nuove da spendere nella città.

Improcrastinabile è anche la direzione spirituale, indispensabile per una maturazione di fede. Si tratta di un’esperienza molto specifica che richiede un cammino metodico perché non si confonda con una semplice relazione psicologica di sostegno soprattutto nei momenti di frustrazione, ma diventi un aiuto reale per prendere una direzione secondo lo Spirito di Gesù. Proprio per questo la direzione spirituale non si può rozzamente improvvisare, ma esige tempo, sensibilità, preghiera, pensiero, libertà, oltre che animatori docili, maturi, appassionati, disponibili e capaci di facilitare l’incontro e la sequela di Cristo, il discernimento della volontà di Dio, la pienezza della vita cristiana.

L’agile volumetto che il nostro Vescovo ha consegnato a tutta la comunità diocesana è breve, scorrevole, ma denso e ricco di spunti di riflessione. è un piccolo gioiello da utilizzare e da meditare per tutto l’anno se vogliamo che l’ispirazione cristiana abiti le nostre parrocchie e innervi le pieghe intime dell’essere umano, provocando quel “salto di qualità” che può fare delle nostre esistenze luoghi di bellezza.

 

Francamaria Lorusso