8 dicembre, festa dell’Adesione

Veglia diocesana sabato 4 dicembre ore 20, parr. S. MIchele Arcangelo - Ruvo

Dall’adesione alla democrazia

Anche quest’anno associativo l’Azione Cattolica della nostra diocesi, in sintonia con le associazioni di tutta Italia, celebra l’8 dicembre, in occasione della festa dell’Immacolata, la sua adesione a Cristo e alla Chiesa, secondo il modo proprio di essere, cioè un’associazione di laici. Tale momento, tuttavia, capita nel periodo di ciclico rinnovamento delle cariche associative (ogni tre anni) e va da sé che l’adesione, quest’anno, assume caratteristiche tutte particolari che rispecchiano l’identità propria e specifica dell’A.C.: un’associazione di laici che, con il metodo della democraticità e della corresponsabilità, vogliono stare nella Chiesa e collaborare al suo fine apostolico.

Rimandando ad altri momenti il punto sulle assemblee parrocchiali, già svoltesi o da svolgere, sarebbe opportuno riflettere, in questo importante segmento temporale di vita dell’associazione, sulle sue più importanti caratteristiche principali: l’ecclesialità e la democraticità.

L’A.C., attraverso l’atto di adesione, dice a se stessa e al mondo circostante di essere un’associazione ecclesiale, fedelmente aderente all’idea di Chiesa scaturita dal Concilio Vaticano II e da una delle sue quattro costituzioni dogmatiche: la Lumen Gentium. Innanzitutto è da sottolineare che, a detta di molti teologi, il Concilio non ha rappresentato, né poteva farlo, la proposta compiuta di una Chiesa per i tempi nuovi, quelli della tarda modernità e della globalizzazione, ma piuttosto l’inizio, coraggioso ed indispensabile, di un complessivo riposizionamento di fronte al Vangelo e al mondo. Ne è scaturita una concezione di Chiesa dalla struttura circolare, piuttosto che verticistica, secondo cui ognuno, in quanto battezzato, secondo la sua vocazione e il suo posto, ha ragione di esistere perché è posto attorno a Cristo, il vero centro di tutto. In base a questa visione tutti nella Chiesa hanno un ruolo e tra essi il metodo più funzionale al proprio esistere è quello del servizio, dell’ecclesiologia di comunione: ciascuno ha un compito complementare all’altro, ma che non deve confondersi con quello dell’altro. All’interno di questo tratteggio, l’A.C. ha avuto, nel passato, e continua ad avere nel presente, un suo posto nella Chiesa, dal momento che, in quanto associazione di laici, vuole fare esperienza della stessa Chiesa ripensata e voluta dal Concilio. Infatti l’A.C. esprime una responsabilità associativa come compiuta esperienza di Chiesa, come esperienza di conoscenza e amicizia, come esperienza di crescita comunitaria.

Ma proprio da questo suo carattere ecclesiale scaturisce anche l’altra sua caratteristica: la democraticità. La democraticità dell’A.C. non fa riferimento a forme populiste o plebiscitarie, peggio, autartiche di gestione associativa. La democraticità presuppone l’adesione alla vita ecclesiale ed associativa, alle sue caratteristiche statutarie, ma, soprattutto al senso più profondo di collaborazione al fine apostolico della Chiesa. Infatti l’adesione esprime una scelta personale; ha dei luoghi propri che partono dal gruppo e dall’associazione parrocchiale; l’adesione è un segno, rispetto alla comunità ecclesiale e civile, di impegno e di corresponsabilità.

Tutto questo comporta far parte dell’A.C. e tutti gli aderenti, dai fanciulli ai ragazzi, dai giovanissimi ai giovani, dagli adulti agli adultissimi, si affidano nel giorno della festa dell’Immacolata Concezione a Maria, affinchè con sguardo benevolo e materno, possa aiutare ognuno ad essere fedele agli impegni presi attraverso la propria adesione all’associazione.